Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2004
Durata:44 min.
Etichetta:Adipocere
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. MY UNWITHERED SHRINE (PROLOGUE)
  2. THE WHISPER OF MEN
  3. TRUTH INSIDE THE SHADES
  4. NIFLHEIM (THE EYES THAT HOLD THE EDGE)
  5. ATEMPORAL DIVINITY
  6. THE DEMISE OF OBLIVION

Line up

  • Marc: vocals
  • Carlos: guitars
  • Miguel: keyboards
  • Jordi: guitars
  • Toni: bass
  • Aleix: drums

Voto medio utenti

Non ho mai sentito nulla di proveniente da Andorra in ambito metal. A dire il vero, prima di oggi, avevo una conoscenza piuttosto vaga della geografia di questo paese: una rapida ricerca, e scopro che si tratta di quel minuscolo staterello incastrato tra Francia e Spagna, abitato in prevalenza da spagnoli (55%) e con teorico capo di Stato il presidente della Repubblica francese. Circa 65.000 anime, tra cui hanno trovato posto questi sei ragazzi con la passione per il death/black metal melodico. "Truth Inside The Shades" è il loro primo, ambizioso, lavoro con cui cercano di dimostrare grandi potenzialità. E direi proprio che ci riescono, vista la qualità di un album che si dimostra complesso e completo allo stesso tempo. Di death/black metal ce n'è davvero poco, se togliamo lo screaming e growling del cantante aggiunto Miguel... in realtà il gruppo si muove preferibilmente vicino al progressive molto sinfonico, spruzzato ogni tanto di un pò di metal estremo. Marchio di fabbrica della band sono le ariose (forse a volte un pò troppo) tastiere del solito Miguel, impegnate a creare l'atmosfera su cui incastrare le melodie create dai due chitarristi Carlos e Jordi. Caratteristica vincente dell'ensemble è quella di non incaponirsi su prolissi momenti solisti in cui mettere in mostra le abilità strumentistiche (che comunque sono ottime!), ma di puntare maggiormente sull'imprevedibilità delle composizioni. Lunghe canzoni, piene di partiture complesse, con continui stravolgimenti, ma che mantengono sempre un'anima piuttosto ben riconoscibile. Il gruppo osa anche l'inserimento di qualche break filtrato e melodico in stile ultimi Opeth/Katatonia... forse un pò scollato dal resto, ma comunque interessante. E' questa intraprendenza, questo coraggio che permette ai Persefone di scrivere la roboante "Niflheim", dall'inizio travolgente e dall'evoluzione assolutamente irresistibile! Si potrebbe dire che forse la carne al fuoco è davvero troppa, e si rischia presto l'indigestione: ma è un errore tipico di chi si trova alle prime armi con un sacco di idee... basterà dosarle meglio per toccare il cielo.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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