Sesto disco per i messicani di lungo corso The Chasm, band dedita ad un death metal quasi mai brutale, dalle velleità progressive e che ama esprimersi sulla lunga distanza, anzi facciamo pure sulla chilometrica distanza. Le 10 tracce di questo “The Spell Of Retribution” sono lunghe 66 minuti e sovente, singolarmente, superano i sette minuti, arrivando, addirittura, ai nove minuti e mezzo di “The Eclipse: Monument To The Empire”. Come potrete intuire, l’ascolto per intiero di questo disco è impresa titanica, soprattutto in considerazione del fatto che la proposta non è quel che si dica una pietra angolare del death metal. I The Chasm preferiscono puntare su strutture complesse o simil tali, lunghi assoli, parti rallentate, altre dal flavour epico, ma si avverte una perenne mancanza di cifra stilistica che mortifica gli sforzi della band. Sono davvero rari i momenti topici delle lunghe songs e sovente ci si ritrova ad annoiarsi. I veri spunti buoni sono forse quelli che riguardano il concept della band, il quale si riferisce agli antichi miti aztechi.
Per il resto le lunghe “Conqueror & Warlord”, “Retribution Of The Lost Years”, “Remains Of The Covenant” e compagnia danzante non hanno quell’impatto, quell’intensità e nemmeno quella scintilla compositiva che possa innalzarli al di sopra della mediocrità. Forse i The Chasm sono convinti che il tanto è meglio del poco, perdendo di vista il giusto, laddove forse tagliando qua e là le parti inutili si riusciva a tirare fuori un dischetto discreto.
Se avete dei soldi che v’avanzano, il che è fortemente improbabile di questi tempi, potreste anche tentare l’azzardata mossa, a mio avviso, di comprare questo disco, ben prodotto e suonato, quello sì, ma decisamente noioso.
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