Guarda un po’ te il destino, era da un po’ di tempo che non ascoltavo del black metal bestiale sparato a mille sempre in bilico tra cacofonia e musica ed ecco che nel giro di un paio di recensioni mi capitano prima i
Deus Ignotus e subito dopo l’esordio di questi due pazzi, Zk (guitars e vocals) e Lz (drums). Rispetto ai greci D.I. i
Sacrocurse sono ancora più ignoranti (se mai sia possibile) e puntano tutto sull’effetto distruzione, infatti non c’è un solo brano all’interno di
“Unholier Master” che sembra voler cedere di un millimetro, i dieci pezzi sono tutti velocissimi con batteria tritatutto, vocione a metà strada tra il demoniaco e l’infernale, una fantasia compositiva molto limitata e una tonnellata d’attitudine. Se amate alla follia
Repulsion,
Blasphemy e
Bestial Warlust non potrete non amare
“Unholier Master” che in fondo altro non è se non l’impossibile clonazione di queste tre bands in una solo entità mostruosa e devastante. Se siete tra quelli che prediligono un minimo di variazione anche in mezzo a questi disastri sonori state lontanissimi da quest’album perché se avrete la “sfortuna” di ascoltarlo in sottofondo mentre vi dedicate ad altro avrete veramente l’impressione di essere presi un po’ per i fondelli visto che
“Ripping Death Solution” potrebbe essere tranquillamente
“Oath For Eternal Damnation” (non fosse per un brevissimo accenno thrash all’inizio del pezzo) e così via. Un unico momento di cedimento sulla strada della distruzione nucleare viene dai solos che “impreziosiscono” i pezzi, infatti oltre ad essere (ovviamente) sconclusionati e approssimativi suonano veramente come dei riempitivi e nulla più. Sono anni che mi aggiro tra estremismi sonori delle peggiori fatture ma non riesco ad essere negativo con questo tipo di bands, in fondo pur essendo prevedibili già dal nome e dal logo riescono sempre e comunque ad andare dritti al punto, non si perdono in inutili fronzoli, suonano quello che gli piace e danno sempre tutto, seppure qualche volta è veramente difficile riuscire a decifrarne la “logica”. Questa è passione allo stato puro, prenderla per qualcosa di diverso vorrebbe dire non capirne le reali intenzioni e travisare il messaggio. Album consigliato a tutti quelli che non chiedono altro che pura devastazione, that’s all.
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