Chris Black si ripresenta con il secondo album dei suoi
High Spirits, dei quali è la mente e il braccio, in quanto ha cantato e suonato "You Are Here" tutto da solo.
E questo è chiaramente uno di quei casi in cui
chi fa da se fa per tre, dato che nelle nove canzoni lungo le quali si snoda brillantemente il disco, è il più classico Heavy & Hard Rock a farla da padrone; e non solo a livello di songwriting ma anche a garantire un sound discretamente retrò e vintage (UFO, Thin Lizzy, Scorpions, Heavy Load, Demon...), senza però uscirne indebolito.
Guardando oltre ad un artwork che ben poco sembra aver a che vedere con il discorso musicale di "You Are Here", si fa subito apprezzare un chitarrismo efficace, in grado di trovare sempre la giusta melodia e il riff più efficace, che si combina a un cantato caldo e coinvolgente.
Così nella loro semplicità le canzoni colgono sempre il centro del bersaglio, a partire dall'opener "When the Lights Go Down", indubbiamente uno degli episodi vincenti del lotto, assieme a "One Thousand Nights" o "Gone to Pieces", ma anche a quella "High Spirits" che oltre a dare il nome al gruppo è pure una delle loro prime composizioni (che viene qui giustamente
rispolverata), senza nulla togliere alle altre canzoni, se non forse a quella "Reminding You of Me" poco sviluppata e terminata un po' bruscamente oppure a "The Last Night" che non si rivela particolarmente incisiva.
Per quanto non mi possa ritenere un gran sostenitore delle
one man bands, non posso nemmeno negare che gli High Spirits abbiano una marcia in più.
Listen close what is this, not bird or plane
Could it be the review fucking with your brain
All it takes just one touch over one, two, three
With a flick of a switch turn on... Metal.it
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?