“Fermati, come il cavallo che percepisce l’abisso”
Vladimir Majakovskij
Ma ce ne fossero cloni o devoti degli Om...(ce ne fossero a frotte).
L'ambito è chiaro.
I contesti sono il plastico del Monte Sinai ogni volta rivisitato in scale originali, i Cieli al tramonto (contemporaneamente, anzi, conspazialmente) e i colori che bordano l'orizzonte, liberati.
La parola Заумь coniata da Kruchenykh nel 1913 è formata dal prefisso "za" (oltre) e dal sostantivo "um'" (nous),
è stata tradotta con transmentale.
(Ecco!)
[ricordate quelli di Chris Pitman leggasi Danny Carey?]
E...ce ne fossero millemila bands costrette da una repentina espansione di coscienza a chiamarsi "ZAUM"!
Ora-cles:
Kyle Alexander and Christopher evocano atmosfere alcaline.
Le voci filtrate dell'uno e le nenie dell'altro
creano spazi al canto del proprio cosmo.
I 48 minuti di
ZEALOT (distendersi, e/o lasciare andare..)
THE RED SEA (deporre gli occhi)
PEASANT OF PARTHIA (distrarsi dal proprio Self)
OMEN (fare buio in testa)
richiedono TEMPO
Non aspettiamoci solchi drone da "Eos Chasma" e incominciamo a rallentare dieci minuti prima di scegliere il player.
Sorge un'alchimia goffa e stordente.
C'è un messaggio: "girare la materia sino a confondere il noto con l'ignoto!"
Piano
Ricordiamoci che loro sono quelli che ci portano la musica, noi i nostri censori.
“Fermati, come il cavallo che percepisce l’abisso”
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