Gli svedesi
Avatar, si ripresentano nuovamente sotto le insegne del Clown (cui ci avevano introdotto con il precedente "Black Waltz") e con un Death Metal fortemente contaminato e
imbastardito, a partire dalle intuizioni circensi dell'opener e titletrack "Hail the Apocalypse", ma che ritroveremo anche su "Puppet Show", dove mischiano David Townsed, Tom Waits e lo Swedish Death Metal.
Peccato per un paio di brani insulsi come "What I Don’t Know" o "Vultures Fly", molto meglio scoprire quel basso in grande evidenza su "Death Of Sound", uno dei brani più cattivi dell'album, se non fosse per quei passaggi vocali in controtendenza, probabilmente fin troppo zuccherosi.
Ed è così che tocca a "Bloody Angel" offrire gli spunti migliori del disco con la sua carica teatrale e versatilità, seguita a ruota - un po' a sorpresa - da "Tower" (in coda all'evitabile cover di "Something in the Way" dei Nirvana), che chiude l'album con il suo incedere rarefatto e vagamente minaccioso, per trovar poi sfogo in un finale corale e in crescendo.
E' talmente evidente la voglia del gruppo di stupire e di colpire soprattutto l'immaginario degli ascoltatori provenienti da quegli United States sui quali sembrano aver puntato tutte le proprie attenzioni, con un sound che coglie un po' di qua e un pochetto di là, tra Soilwork, Rammstein, Dark Tranquillity, Alice Cooper e Rob Zombie.
Anche nei precedenti lavori gli Avatar non avevano mai dato la sensazione di essere particolarmente spontanei, perlomeno con "Hail The Apocalypse" riescono a piazzare qualche colpo vincente in più.
Listen close what is this, not bird or plane
Could it be the review fucking with your brain
All it takes just one touch over one, two, three
With a flick of a switch turn on... Metal.it
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