Tornano sulle scene i maestosi
Septicflesh dopo il fenomenale
The Great Mass (2011), ritornando a proporre il loro death sinfonico, pomposo ed prepotente al tempo stesso. La band greca è ormai diventata un pilastro all'interno del Death Metal e si conferma, anche con questa uscita, in grado di creare atmosfere sovrannaturalmente incredibili accostate ad una violenza interiore, che esplode verso l'esterno, travolgendo l'ascoltatore in un turbinio di orchestrazioni maestose e riff spaventosamente d'impatto.
Il nuovo album è intitolato
Titan, dalle ancestrali figure della mitologia greca, così come titanico è il lavoro che sta dietro questo disco. Già nel 2008, con
Communion, il lato orchestrale si è fatto più epico e gli arrangiamenti hanno raggiunto livelli incredibili per un gruppo death, con composizioni subliminalmente vicine alla musica classica, in opposizione allo straordinario lavoro compiuto dalla sezione ritmica e dalle chitarre, che bilanciavano l'aggressività con la drammaticità della sinfonia composta. Tre anni dopo è stata la volta di
The Great Mass, in cui la qualità del songwriting si è innalzata ulteriormente, ed ora con
Titan i
Septicflesh sono riusciti ad elevare ancor di più il loro personalissimo death style. Tutto questo è palesemente deducibile già dalla opening track,
War in Heaven, devastante, oscura, dal maligno incedere, enfatizzatrice di quel titanico sforzo annunciato in precedenza. L'orchestrazione possente si sposa alla perfezione con la decadenza rimarcata dalle chitarre e dall'immenso e poderoso growl di
Spiros "Seth" Antoniou. La seguente
Burn è segnata dalla duttilità vocale del cantante, dal chorus sinistro, minaccioso e dall'impatto del mostruoso riffing delle chitarre e dall'incessabile martellamento della sezione ritmica. Sopraffina, quasi commovente è la parte finale che intreccia assoli ed orchestrazioni.
Order of Dracul, già presentata come anteprima dell'album, è l'emblema di
Titan, una composizione che miscela parentesi ispirate alla musica classica, potenza del death raffinato, atmosfera drammatica, a momenti teatrale; una traccia da ricordare e ascoltare di continuo. Arriva poi la diversa
Prototype, connubio di impetuosità e misticismo composizionale, ricca di orchestrazioni di alto livello e di un chorus arricchito da voci infantili, che conferiscono alla canzone quell'atmosfera di mistero e di tormento sinistro oramai marchio di fabbrica dei
Septicflash.
Dogma riporta alla mente i tempi di
Sumerian Deamons, confermando il fatto che la band greca mira a sviluppare il proprio stile, ma che comunque continua a richiamare le proprie origini ed a non voler slegarsi per nessun motivo da esse. La parte operistica che si trova circa alla metà del pezzo marca fortemente il legame tra passato e presente, con una nuova lode al songwriting dei giganti greci.
Prometheus, altro formidabile cenno ai titani ed alla mitologia della nobile terra di Grecia, è un brano dominato dal vocalist e dalle melodie tipiche del sound dei
Septicflash, di grande impatto nel suo incedere, rappresenta un momento di respiro per la sezione ritmica e per l'intero album, lasciando maggior spazio al lato sinfonico. La successiva è la title-track,
Titan, aperta dal mostruoso growl di
Spiros "Seth" Antoniou, torna ad incidere grazie all'enorme lavoro dell'intera band, da sottolineare la potenza sprigionata dal chorus, assurdamente impressionante.
Confessions of a Serial Killer, cinematografica nella sua introduzione, accompagna l'ascoltatore in un viaggio all'interno di una mente distorta, con rappresentazioni sonore raffiguranti la dicotomia bene/male.
Ground Zero mantiene l'aura dannata di
Titan, seguitando a lavorare nel subconscio dell'ignaro spettatore, con un bellissimo intreccio fra voce pulita e growl e un'alternanza notevole di stati d'animo che sorgono durante lo scorrere della musica. La conclusiva
The First Immortal vede ancora una volta il vocalist primeggiare, portando pian piano il silenzio a prevalere.
Al termine di
Titan sono ben poche le parole da sprecare. I
Septicflesh hanno incastonato una nuova gemma nel loro prezioso scrigno discografico.
Non è questo il luogo dove abbandonarsi...Order of Dracul
Burn
Prototype