Inanimate Existence - A Never-Ending Cycle of Atonement

Copertina 8

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2014
Durata:44 min.
Etichetta:Unique Leader Records

Tracklist

  1. OM MANI PADME UM
  2. OMEN
  3. BIOLUMINESCENT PHOTOPHORES
  4. THE RUNE OF DESTRUCTION
  5. THE CATACOMB OF MIRRORS
  6. STARING THROUGH FIRE
  7. OUT OF BODY EXPERIENCE
  8. DUELING SHADOWS

Line up

  • Cameron Porras: guitars/vocals
  • Joel Guernsey: guitars
  • Ron Casey: drums
  • Riley McShane: vocals
  • Scott Bradley: bass

Voto medio utenti

Guardando l'artwork del nuovo capitolo degli Inanimate Existence ho temuto che avessero cambiato genere e fossi così rimasto orfano di una delle più valenti realtà in campo technical death degli ultimi anni. Per fortuna, la copertina che suggerisce un contenuto epico-sinfonico, è tutta un'illusione. Pazzesca realtà è invece la loro musica.

Dopo un debutto folgorante nel 2012 in cui i nostri sono riusciti a non rendere stancante quasi un'ora di death tecnico dalle mille sfaccettature, il nuovo A Never-Ending Cycle of Atonement è fatto di un numero minore di canzoni, più lunghe, ma con una inferiore durata totale. Il disco presenta una prima sezione in cui possiamo godere di pezzi violenti ma, come nel loro stile, progressivi ed infarciti di essenziali parentesi acustiche, variazioni strumentali e cambi di umore che sono vere boccate d'ossigeno prima che i californiani si lancino di nuovo in blast beat e latrati scarnificanti.
Vorrei parlarvi approfonditamente di ogni canzone ma faremmo notte elencando tutti gli episodi interessanti e sottolineando continuamente la genialità di questa band. Premete play qui sotto, fatevi abbattere da The Runes of Destruction e pensate che questa traccia non è un caso isolato. Il disco intero è un meraviglioso ed ordinato (nel suo apparente caos) insieme di deliziosi e letali fraseggi compiuti da chitarre sempre ispirate e mai banali, protagoniste sia di assoli fantasiosi che di carezze acustiche, supportate da leggere tastiere e sporadici archi che fanno la loro apparizione soprattutto nei momenti più tranquilli. Ma chiariamoci, non è un disco da signorine eh! C'è tanta violenza, un vocione ruggente doppiato in parecchie occasioni da una seconda traccia scream, generando un effetto vagamente Deicide a cui si affianca un lavoro di batteria inumano che riempie gli spazi con tecnica, classe e scarica una pioggia di blast beat devastante. E il basso? Ascoltate Staring Through Fire e la sua violenta ed oscura poesia, ma mi raccomando, dopo esservi asciugati le lacrime per l'emozione, preparatevi per la seconda parte del disco. Due pezzi chiudono il lavoro, due brani calmi di cui vi segnalo gli oltre nove minuti di Out of Body Experience, una traccia "delicata" piena di finezze e angoscia che, senza correre troppo, presenta inquietanti intrecci tra le chitarre sostenuti da un magistrale lavoro di basso e spezzati da una effettata voce pulita.

La forza degli Inanimate Existence è quella di non far sembrare la loro proposta una vetta insormontabile, di non rendere stancante il loro complesso viaggio musicale, questo grazie alla loro varietà. Violenti ed oscuri come Immolation, tecnici come Necrophagist o Decrepit Birth, fantasiosi come Pestilence e con una bella spruzzata degli immortali Death e Nocturnus, che non fa mai male. Sembra un controsenso mettere così tanti elementi insieme ma quando sono bilanciati, hanno uno scopo e funzionano, dobbiamo solo goderne.



Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 25 giu 2014 alle 07:31

Madonnina che disco! Ascoltato una volta e già mi ha conquistato nonostante la complessità della proposta. Bellissima scoperta per quanto mi riguarda, tanto che finito con questo andrò subito a ripescarmi il debut Liberation Through Hearing. Grazie per la dritta Frank!

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