Per quanto attivi da più di un decennio (anche se inizialmente come Majesty Night) avevo incrociato per la prima volta i madrileni
Wild solo l'anno scorso, in occasione della loro cover di "See You in Hell" dei Grim Reaper, presente sull'EP "La Noche del Pecato".
Purtroppo, il vero
peccato è stato scoprire che si trattava di una versione non particolarmente riuscita, un po' come si rivela il loro secondo album, "En Tierra Hostil", che da quell'EP recupera due dei quattro brani.
Classic Heavy Metal a
nastro, con i Wild pronti a sconfinare nell'Hard Rock anthemico di "Lar Marcas Del Amor", un pezzo decisamente alla Scorpions (... ehm, chi
altri ha citato "Rock You like a Hurricane"?), ma al di là di tutti quei cliché cui si rifanno, è il valore delle varie canzoni e quello della loro esecuzione a non andare oltre una striminzita sufficienza, con le sue punte nell'ariosa "Cruzando El Portal" e nella conclusiva titletrack, "En Tierra Hostil", che fa man bassa - e senza particolari preferenze - dal songbook di Manowar, Iron Maiden e Judas Priest.
Anche la voce di Javier Endara non sembra essere un granché, e nemmeno il cantato in spagnolo riesce a dargli una mano, mentre qualcosa di meglio si riesce a fare a livelli di chorus, che non possono che ricordare i Tierra Santa.
Va da se che la formazione di Ángel San Juan, anche quella dei suoi momenti più bassi, è di tutt'altra levatura.
Listen close what is this, not bird or plane
Could it be the review fucking with your brain
All it takes just one touch over one, two, three
With a flick of a switch turn on... Metal.it
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