Equivocare il genere presentato dai
Serpent Skies, giovane band svedese, è praticamente impossibile. Siamo pienamente nel campo del swedish melodic death d'ispirazione
In Flames, cui il combo si ispira per far rivivere a pieno il sound del gruppo di
Anders Fridén e
Jesper Strömblad nel loro momento migliore (che personalmente va dai primi album sino a
Clayman).
Come to Reality è il debut album di questa formazione scandinava, che ci regala finalmente un po' di swedish melodic death di qualità, dopo molte uscite sottotono e/o sopravvalutate.
La band si è formata a Gävle, città situata nella parte centrale della Svezia (contea di Gävleborg), nel 2012 e dopo pochi mesi ha registrato un EP di quattro tracce (
Graveyard Poets), riuscendo col tempo ad attirare l'attenzione di alcune etichette, fra le quali la
Sliptrick Records che ha scelto di distribuire questo primo full-lenght. I Serpent Skies annotano fra le loro influenze, oltre agli
In Flames, anche
At the Gates,
Amon Amarth e
Dissection (tutti loro connazionali ed alcuni sciolti da tempo) e se di viking in realtà ce n'è poco, della musica
Tomas Lindberg&Co. ve n'è un po' di più. Un misto dunque fra una forte componente
In Flames e un'altra relativamente importante di
At the Gates, proveniente soprattutto da quel capolavoro di
Slaughter of the Soul, copiato, ricopiato e stracopiato da quasi vent'anni. Nulla viene comunque tolto al songwriting dei
Serpent Skies, perché riuscire a rimanere a galla con il swedish melodic death non è facile, soprattutto se si viene rapportati ai mostri sacri del genere. Undici tracce per quarantasei minuti è il contenuto di
Come to Reality, che inizia con
Dismembered, in cui si percepisce subito lo scopo della band, ovvero quello di mantenere alta la bandiera del melodic death nazionale rifacendosi ai canoni del genere, riff pesanti, muro sonoro e chorus melodici. Buona la prova per tutto l'album del vocalist
Ludvig Setterlind, che ricalca le classiche linee vocali imbastite da Anders Fridén, rimanendo nel limbo fra il growl e lo scream.
Moment of Truth è più cadenzata, melodica, evocativa, con dei seducenti inserti acustici, ma comunque carica di energia. Forza che torna anche in Indians, pezzo non velocissimo, quasi groove, con una componente melodica sempre marcata in sottofondo.
Forever Haunted all'inizio spinge un po' più sull'acceleratore, per poi regalare un'alternanza fra istanti più quieti e parti più martellanti.
Sic Parvis Magna, aperta da un riff possente, è carica di melodia delineata dalle chitarre, un chorus orecchiabile e richiama gli
In Flames come non mai.
Graveyard Poets è una live track che i
Serpent Skies sicuramente non mancheranno di proporre durante le loro date, mentre
Explain Reality torna nel campo melodico colmo di energia e dedizione al genere.
The Ordinary e
To Exit and Drown rappresentano le due anime opposte della band sin qui esposte, continuando ad alternare aggressività a melodia. Dopo la buona
Lost in Space è la volta di
The Crucible, probabilmente la vera gemma del disco, in cui sembra di respirare l'aria degli antichi
In Flames (pre-
Clayman).
Al termine di
Come to Reality, se si è amanti del swedish melodic death, si può dire di essere soddisfatti della proposta dei
Serpent Skies, cui si fanno i complimenti per il bel debutto e si aspettano conferme dalle prossime uscite.
The Crucible