Avete presente quando la notte precedente avete fatto un incubo e al risveglio mattutino non riuscite a ricordare cosa avete sognato, ma avete comunque una sensazione di terrore diffuso? È questo l’effetto che fa il nuovo mcd degli Axis Of Perdition, un duo inglese con già un full-lenght alle spalle.
Mezz’ora basta a Mike e Brooke per risvegliare paure ancestrali, angosce sopite, lasciando all’ascoltatore la scelta dell'incubo preferito, che può essere tanto il suono di una sirena che annuncia un raid aereo tanto il clangore metallico di una fabbrica che cade in pezzi, tutti rigorosamente color ruggine.
Il sound di partenza è un black metal feroce e brutale, il quale pur tuttavia è un rumore di fondo, si discioglie in una pozza di mefitico plasma, nel quale è immerso il vero “core” di questo disco, un nocciolo fatto di dark/ambient terrificante e harsh industrial gelido, figlio degenere dei Godflesh, il quale sovente decade nel noise più disturbante. Il paesaggio descritto è apocalittico, claustrofobico, grigio come solo una periferia urbana e degradata di un grosso centro industriale può essere, e la visione che ne si ha in queste cinque tracce è volutamente obliqua, distorta, paradossale.
Il disco ha picchi d’intensità che vanno ai limiti della follia e ben oltre la ragione umana, disseminando nella mente dell’ascoltatore scorie tossiche e panico; il finale di “Heaving Salvation In The Paradise Of Rust” vi ghiaccerà il sangue nelle vene e poi lo frantumerà in una miriade di piccoli pezzi.
“Physical Illucinations In The Sewer Of Xuchilbara...” è un incubo, ma nel 2005 gli Axis Of Perdition pubblicheranno un nuovo full-lenght. La sola idea mi fa venire la pelle d’oca.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?