La lunga storia dei
Reaper nel Metal inizia nel 1984 nella città di Kassel, centro situato sul fiume Fulda, nella Germania centro-occidentale. I fautori del progetto sono stati
Matthias Kraft (basso) e
Daniel Zimmermann (chitarra, voce), membri ancora presenti in formazione, che hanno dato vita alla classica heavy metal band teutonica. L'attività del gruppo continua sino all'inizio degli anni '90, per poi subire una battuta d'arresto che comporta uno stop di più di un lustro per i
Reaper. Nel 2000 la band torna con l'autoprodotto
Cardinal Sins riportando in auge lo stesso genere proposto agli albori di carriera, arrivando sino al nuovo
An Atheist Monument sotto Massacre Records. La lineup odierna vede i due elementi citati in precedenza con l'aggiunta di
Benni Lodewig (chitarra) e
Jan Breede (batteria), che formano un combo celebrante i 30 anni di carriera dei
Reaper. Già dal titolo e dall'artwork dell'album si può intuire l'argomento su cui si incentra questa nuova uscita discografica, ovvero una certa avversione verso le organizzazioni religiose in genere e una possibile esaltazione del movimento ateistico. Sul genere musicale si è già detto, le caratteristiche sono quelle dell'heavy classico, di base ottantiana, un metal che parla da solo, che si esprime senza mezzi termini, con riff taglienti, voce graffiante, sezione ritmica scalpitante e assoli liberatori.
An Atheist Monument è composto da 12 pezzi per una durata abbastanza estesa (si tratta di più di un'ora di musica), la cui apertura è l'immancabile intro,
Hetoimasia. Un arpeggio oscuro avvolge questo principio del disco, che si tramuta successivamente in una traccia pesante e anthemica, ornata da una melodia malvagia e ripetuta. Il termine greco
Hetoimasia (ἑτοιμασία, it.
Etimasia), che da il titolo al brano, significa
preparazione, dunque cadrebbe perfettamente a coincidere con la funzione del pezzo, anche se i
Reaper si sono probabilmente ispirati al significato iconografico, designante la rappresentazione di un trono vuoto con le insegne di Cristo (in attesa del Suo ritorno sulla terra per il giudizio universale). Il secondo pezzo che si incontra è
Realm of Chaos, il cui tema si ispira alla figura del Grande Inquisitore, che addossa la colpa della trasformazione della gente comune in bestie crudeli alla religione. Musicalmente la traccia rappresenta un heavy metal compatto, con una voce simile al vocalist gravediggeriano e un chorus apprezzabile. La terza
Of Sheeps and Sheperds, trova ispirazione nel romanzo
Buona Apocalisse a tutti! di Terry Pratchett e Neil Gaiman e si poggia su un heavy ritmato ed orecchiabile, una delle migliori tracce di
An Atheist Monument.
Horse Brigade parla della Battaglia di Krojanty, durante la quale la cavalleria polacca si infranse contro la tecnologia nazista (famosa è la descrizione dello scontro fra cavalli e Panzer), canzone che potrebbe far parte tranquillamente della discografia dei
Sabaton. Stilisticamente la musica è imperiosa e solenne, reindirizzando mentalmente all'evento storico.
Hail the New Age è incentrata sulla promessa di pace universale in comune a tutte le religioni, il pezzo è potente e in linea con il resto dell'album, nessun ricamo, nessuna ostentazione, soltanto metallo puro.
Voice Within è un'introspezione della voce divina, segnata da ritmi cadenzati scanditi dalla batteria e dal riff decadente ed oscuro.
1943 narra gli accadimenti scaturiti dalla sconfitta di Stalingrado subita dalla Sesta Armata dell'esercito tedesco, traccia che si distingue per una forte malinconia esaltata soprattutto dal grido del vocalist.
Well of Poison, che ribadisce il messaggio di religione come male assoluto, è marchiata dal solito riffing possente e dal consueto muro di suono costruito dai
Reaper.
Taste My Revenge, brano movimentato e incisivo, si concentra sul messaggio di vendetta che solamente la musica è in grado di portare, mentre
Ship of Fools, influenzato dal film
Brian di Nazareth, porta il piano musicale sul rockeggiante, caratteristica tipica del metal del gruppo teutonico.
Fields of Joy, ri-registrazione di una traccia del passato, è dotata di un riff e di un ritmo aderente al thrash. Passando invece alla lunga e conclusiva
La Tristesse, essa si basa sul tema della depressione, prendendo un po' dal doom e aggiungendo pure il cantato femminile.
In conclusione,
An Atheist Monument è un disco compatto per quanto riguarda la musica e ragionato in relazione ai testi ed alle tematiche. Consigliato agli amanti dell'heavy classico e agli ascoltatori atei per le lyrics. Un punto ai
Reaper e, speriamo, un arrivederci a presto.