Ci fa fare un bel salto indietro questa ristampa del debut album dei
Massacra. Precisamente torniamo nel 1990, anno in cui la neonata band francese prendeva a schiaffi chi gli capitasse a tiro armata di un extreme-thrash metal d'assalto. Come questo lavoro sia passato praticamente inosservato e perché a distanza di anni pochi lo ricordino, rimane un mistero. Probabilmente nei primissimi anni '90 il thrash aveva dato tutto o quasi, il death metal cominciava ad espandersi e una proposta a metà strada come quella dei
Massacra forse non riusciva a colpire adeguatamente. Forse le cause sono la minuscola etichetta e l'inesistente promozione, chi lo sa? Misteri della fede (metal). Grazie a questa ristampa di
Century Media (che tenta così di riprendersi i miei favori dopo recenti grossi scivoloni), si può recuperare questa lacuna, andando a riscoprire l'assalto della band transalpina, i cui i riff sono innegabilmente l'arma fondamentale: crudi, taglienti, cattivi, fomentatori di caos e pogo. Le chitarre sono le vere padrone del disco con ritmiche tritaossa e assoli che ricalcano il modello
Slayer e soprattutto
Kreator. La band di
Mille Petrozza, nei suoi capitoli 1986-1990 è probabilmente il vero faro attorno al quale i
Massacra navigano, ancora inesperti ma terribilmente incaxxati. Anche il death metal primigenio dei
Possessed è una buona influenza che scorre potente e che a più riprese marchia i brani, anche se quello che non manca mai è la base thrash. Pazienza se nella furia del disco la veloce batteria non sia proprio impeccabile perdendo diversi colpi a più riprese, fa niente se le "urla con accenno di growl" del vocalist non siano esemplari, i francesi sopperiscono a queste mancanze con tonnellate di attitudine. Il loro mix di thrash e death trova la massima espressione in brani come
Apocalyptic Warriors, Researchers of Tortures, The Day of Massacra e
Trained to Kill, vere gemme minori che meritano di essere riscoperte.
Se volete avventarvi su questo platter (cosa saggia), non spaventatevi dall'intro strumentale e pomposa, è un'eccezione, non avete sbagliato disco ma siete nel posto giusto per farvi del male con la loro potente musica (e anche due risate con il loro inglese maccheronico). Forse il meglio lo raggiungeranno con il successivo
Enjoy The Violence (nonostante una brutta produzione), disco in cui riusciranno a limare qualche sbavatura adottando strutture maggiormente intricate e voclas leggermente più brutali. Consiglio tuttavia di riscoprire per primo questo buono
Final Holocaust in modo da godere meglio della crescita della band. In chiusura vi segnalo la presenza di ben 6 bonus tracks, registrate "alla buona" in madrepatria nel tour di supporto, che fanno capire (nel caos dilagante) la botta che il combo era in grado di sprigionare e che portano il running time a ben 78 minuti! Questa ristampa è disponibile anche in vinile 180gr per i più nostalgici, con un booklet 30x30cm ma senza le tracce bonus.
Che fate ancora lì? Premete play e cominciate a fare headbanging!
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