I
Blood God sono un progetto parallelo ai
Debauchery, band tedesca che non ha mai trovato particolare successo in questa sede, dedito ad un hard-rock/heavy metal di stampo classico ispirato a gruppi storici come
Judas Priest, Accept, Iron Maiden, Motörhead, AC/DC. Il mastermind del progetto è sempre
Thomas Gurrath, ovvero Mr. Debauchery, che porta anche qui la solita vagonata di sangue finto e ragazze svestite, dette
Blood Babes, ad intrattenere gli spettatori che assisteranno ai live dei purulenti metallers teutonici. Il primo full-lenght dei
Blood God,
No Brain But Balls, è stato rilasciato nel 2012 ed ora, a due anni di distanza, arriva questo
Blood Is My Trademark. Cosa troviamo dunque in questa nuova fatica della band tedesca? Prendete i
Debauchery, togliete la componente death, aggiungete un po' di rock'n'roll e il piatto sanguinolento è pronto ad essere servito. Sì, perché non è necessario girare molto intorno a questo prodotto dal punto di vista stilistico, anzi, sarebbe a dir poco inutile elencare quello che è presente o meno nella proposta dei
Blood God. Detto questo il risultato è, a parere del sottoscritto, più godibile dei dischi dei
Debauchery, che comunque restano esilaranti (alcuni li odiano dal cuore per la qualità scadente della musica o per l'esibizionismo, ma probabilmente il loro obiettivo è più quello di far ridere ed intrattenere, almeno si spera), regalando una cinquantina di minuti di heavy ritmato e senza particolare pretesa. Se qualcuno non ha tempo o voglia di sentire il disco si potrebbe dire che musicalmente i
Blood God si possono avvicinare a band come
AC/DC o
Airbourne (anche se non ci sogneremmo mai di accostare questi due all'invenzione di Gurrath). Da avvisare in anticipo gli osteggiatori dei
Debauchery che, oltre a non dover ascoltare assolutamente questo disco, troveranno pure una edizione con un secondo CD contenente i brani più o meno rielaborati secondo lo stile dei suddetti.
Incentrandosi su
Blood Is My Trademark si hanno dieci tracce il cui stile si è già ampiamente presentato. L'opener ed estratto per il primo video dell'album è
Slaughterman che delinea ed inquadra ciò che si svilupperà nel resto del full-lenght: musica rockeggiante, cantato graffiante, ritmo sostenuto ma mai esagerato, riffing semplici ma d'effetto. La seguente
Monstermaker rimane sulla stessa linea dell'apripista, dispensando riff d'impatto e motivetti pronti per gli imminenti concerti, unica pecca l'intermezzo che rischia di cadere nel debaucheriano.
Defenders of the Throne of Fire ricorda in apertura gli
AC/DC (per il riff s'intenda), anche se in maniera molto basilare.
Warhordes from the Underground inizia con un approccio melodico per poi allacciarsi alle altre, puntando soprattutto sul chorus.
Carnager non incide particolarmente, mentre
Sexy Music for Sexy People (saremmo noi la sexy people?) scade veramente nella semplicità più estrema. È poi la volta della title-track, dal riff quasi southern rock, riporta tutto sullo standard di inizio disco. Da sottolineare sempre l'obiettivo di Mr. Debauchery che tiene particolarmente a farci imparare tutte le parole dei testi (più o meno 5/6 di media) ripetendole all'infinito.
World of Blood Gods, che non comincia nemmeno in modo malvagio, si perde e si mette in fila nella classifica
"Le canzoni che ricorderò di meno nel resto della mia vita metallica." Blood Is My Trademark termina con la doppietta
Mr. Kill e
Dragonbeasts Are Rising, quest'ultima un tentativo di mid-tempo anthemico.
Per finire, come già detto, il prodotto è probabilmente più piacevole della controparte debaucheriana (magari togliendo la malriuscita componente death la musica risulta più lineare), evidenziando che le risate regalate sono sempre le stesse (mai prendere sul serio questi gruppi, altrimenti li si stroncherebbe pure con rabbia, anche se loro vogliono regalarci solamente qualche minuto esilarante) e se avete un'oretta in cui non avete nulla da fare (ma proprio nulla) e volete un disco che vi faccia saltare, ma che non vi lascerà assolutamente niente, avete trovato quello che cercate. Come direbbe il nostro
Frank Gozzi:
"Roba che i Manowar in confronto sono Petrarca."Video di Slaughterman
Video di Defenders of the Throne of Fire