Sapere che nei
Ghost Machinery avrei ritrovato Pete Ahonen, il cantante e chitarrista dei Burning Point, dei quali avevo apprezzato l'album "Feeding The Flames", mi aveva ben disposto all'ascolto di "Haunting Remains". Si tratta dell'album di debutto per i Ghost Machinery, band composta oltre che da Ahonen, anche da Tapsa Pelkonen e da Jussi Ontero, entrambi provenienti dai Wildcard. In ogni caso oltre al cantante i Ghost Machinery non hanno poi molto da spartire con i già citati Burning Point. Su "Haunting Remains" troviamo un metal melodico e sinfonico con marcati elementi neoclassici, che risultano evidenti sin dall'opener "World Of Unbelievers", ribadito in seguito da "Evil Within Us" e da "In Your (Evil) Dreams". Su "Blinded Eyes" ci si avvicina maggiormente a soluzioni powereggianti, purtroppo si fanno notare anche dei limiti nella produzione, non particolarmente brillante per i cori e sopratutto nel suono della batteria. "Temples Of Gold", ed in misura minore "Fallen Angels", ci portano in territori esplorati a suo tempo dai Rainbow ed in seguito saccheggiati da "altri" senza alcuna pietà, ed i Ghost Machinery non vanno oltre ad un'onesta prestazione. Con "Down In Flames" e con "Darkest Hour" si alza il tasso melodico che ha poi il suo culmine su "Dreamworld": una stucchevole ballad pianistica. Fortunatamente "From The Edge Of The World" (azzeccato il break incentrato su un basso pulsante) e "Heaven and Hell" alzano un po' i ritmi, ma a dire il vero dalla tracklist si fa notare sopratutto "Out In The Fields", sia perchè si tratta della cover dello stupendo e famoso brano di Gary Moore, sia per la presenza al microfono dell'ospite Ville Lathiala, vocalist dei Sentenced. Si tratta in realtà di un brano risalente alle sessions di "Salvation By Fire", primo album dei Burning Point, ma che alla fine non vi aveva trovato posto.
Già... Pete Ahonen ha dato vita ai Ghost Machinery proprio per poter incidere e proporre quei brani che non avevano trovato spazio sui due lavori dei Burning Point o che ritiene comunque lontani dal loro spirito. Devo ammettere però che la mia preferenza va senza alcun dubbio ai Burning Point.
Niente di nuovo e nulla di imperdibile.
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