I
Derdian sono una band più conosciuta all'estero, specialmente nel Sol Levante, che in Italia. Nonostante una lunga carriera alle spalle (la fondazione del gruppo risale 1998 nella città meneghina) non sono mai riusciti a sfondare le barriere dell'ottusità italica, a ricevere le lodi che gli spettano, ad ottenere il tanto agognato successo in patria. Fautori di un raffinato symphonic power, che solamente l'Italia è in grado di regalare, accostano il proprio sound a band come i
Rhapsody (comprendiamo in questo termine i primi, gli
of Fire, i
Turilli, ecc.), ma si potrebbero citare pure
Stratovarius,
Symphony X ed
Angra per dare un quadro completo della loro proposta metallica. Muovendo i primi passi con le demo
Revenge (2001) and
Incitement (2003), nelle quali si intuiva già la qualità del metallo derdiano, si cimentano poi nella trilogia a sfondo fantasy
New Era pt.1,
New Era pt.2- War of the Gods,
New Era pt.3 - The Apocalypse, evolvendo e scolpendo il proprio stile per poi deviarlo in una proposta ancor più completa, soprattutto a livello di tematiche, con
Limbo (2013). Ora tornano con questo incredibile
Human Reset, che compie ulteriormente il sound dei
Derdian, portandolo quasi alla perfezione; un power moderno con orchestrazioni eleganti, amalgamati in totale equilibrio attraverso un songwriting che supera di gran lunga tutte le proposte del genere arrivate in redazione sino ad ora in questo funesto 2014. Sì, perché se ne sono sentite di tutti i colori. Il povero e fu maestoso power ha visto passare durante questi otto mesi:
Pariah's Child dei
Sonata Arctica, che ha coniato il nuovo brutto, talmente brutto da tramutarsi nel futuro bello, un
Gamma Ray disastrato, più vuoto che altro, quella cosa degli
Edguy, quasi inascoltabile, e questi possono bastare (meno male che a salvare la baracca ci son stati i
Freedom Call e gli
Iron Savior, in attesa di vedere cosa porteranno gli
Hammerfall). Sin dal primo ascolto di
Human Reset una parola si è insinuata nelle mente del sottoscritto per definirne la qualità, o se volete pure la varietà, e questa è
teatrale.
Teatrale perché sembra di assistere ad un'opera, non solo lirica o sinfonica, con al suo interno turbinii e tumulti d'animo, barocco nella struttura ma vittoriano nel verbo. Il fulcro ed il merito di questa definizione sta, al di la dell'accurata sezione musicale e del songwriting, nell'interpretazione del vocalist
Ivan Giannini, che arriva, durante lo scorrere del disco, a raggiungere picchi di emotività ineguagliabili. Si voleva spendere poche parole per descrivere un album che da solo è in grado di risollevare un genere oramai sepolto sotto le sabbie del tempo in Italia, ma sarebbe un'ingiustizia, quindi si sprecherà qualche lettera in più, nonostante non ce ne sia il bisogno.
Human Reset presenta tredici tracce per una durata superiore ad un'ora. L'opener è affidata alla canonica intro strumentale
Eclipse, in cui si inizia già a capire che qualcosa di speciale c'è in questo disco. Ecco poi arrivare la title-track, una classica e perfetta canzone power symphonic, con cori, melodie azzeccatissime, una sezione ritmica cavalcante ed implacabile ed il chorus accattivante che funge da ciliegina sulla torta. Tuttavia il meglio deve ancora arrivare. Si passa a
In Everything, dove i
Derdian continuano con il loro power raffinato e sapientemente orchestrato, intriso di richiami alla musica classica, qui il cantato di
Ivan Giannini comincia ad assumere quei tratti di teatralità precedentemente annunciati, con in aggiunta strofe in italiano. La seguente
Mafia viene introdotto un po' di prog, assieme al grande lavoro di riffing ed alla solita perfetta esecuzione del vocalist, un approccio relativamente diverso rispetto alle antecedenti, più moderno, aggressivo. Si giunge successivamente ad una traccia tanto straordinaria quanto breve,
These Rails Will Bleed, dove l'influenza della classica si sente ancor più forte, in maniera epica ma metallica allo stesso tempo.
Absolute Power si lega nel suo inizio al metal tradizionale con sprazzi di prog, riff possenti accompagnano la teatralità imbastita su linee ricercate che portano sino ad un mutamento introspettivo della traccia.
Write Your Epitaph è un altro highlight (anche se non ci sono pezzi che spiccano maggiormente, essendo l'album perfetto dal principio alla fine) di
Human Reset, dove un riffing quasi hard rock è di base ad un brano altamente orecchiabile e colmo di sensazioni.
Music Is Life, che non si potrebbe nemmeno commentare, è espressione dell'amore verso la musica che tutti noi dovremmo avere ma che soprattutto i
Derdian hanno. La traccia ricorda nei suoi primi istanti un capolavoro del power come
Future World, per poi esplodere in quella paganinica visione di Metal che la band meneghina ha espresso sin dall'inizio dell'album.
Gods Don’t Give A Damn, aperta da un misterioso motivo di piano, si colloca appieno nel genere symphonic power di classe, con pennellate di prog ed un impianto musicale che supporta magistralmente l'eccellente interpretazione del vocalist.
After the Storm è quella ballad che non potrebbe mai mancare in un disco come
Human Reset, pezzo che cade giusta per spezzare il ritmo dell'album prima del gran finale. La possente
Alone dal riffing iniziale quasi thrash, è una traccia variegata con al suo interno diversi cambi di ritmo e stili, sinfonia a tratti oscura con un gran lavoro di tutti i musicisti ed una ineccepibile sinergia fra i membri della band. La classicheggiante
Delirium introduce la conclusiva
My Life Back, struggente semi-ballad/power song in cui troneggiano la melodia di piano e la voce del superbo
Ivan Giannini. Il sipario, qui, si chiude.
Al termine di questa recensione si sono già sprecate sin troppe parole per definire un album che ha il merito di resuscitare un genere che pochi anni fa era una delle espressioni più alte del Metal, poi caduto in disgrazia a causa non solo del tempo, ma soprattutto delle cialtronate espresse da diverse band di tutto il mondo. Essendo al momento il disco del 2014 del sottoscritto e visto il fiume di motivazioni elencate sino a questo punto, si deve assegnare a
Human Reset il punteggio che si merita. Da sottolineare, come nota personale, che è il primo 10/10 attribuito in una recensione in generale e sono contento che sia una band italiana a riceverlo, per di più appartenente ad uno dei generi che ho parzialmente abbandonato da diverso tempo. Ci si toglie dunque il cappello (o si abbassano le armi, scegliete la forma che più vi aggrada) dinanzi ai
Derdian ed alla loro nuova fatica discografica.
Album Teaser
Lyric video di These Rails Will Bleed