Ebbene sì, sono tornati i Godsmack. Quattro anni dopo 'The Oracle' si ripresentano al pubblico con questo '1000hp', titolo che preannuncia una potenza senza precedenti. Purtroppo dobbiamo da subito deludere i fans, non si tratta di un ritorno ai fasti di 'Awake'. La musica appare sempre più ragionata, meno cattiva, anche se ancora in grado di travolgere con la consueta carica di energia che ha sin dall'inizio contraddistinto lo stile degli statunitensi. Rispetto alla precedente uscita si denota comunque un certo ritorno all'aggressività, con un Sully Erna in gran spolvero, atteggiamento che riconduce alla voglia dei Godsmack di reinnalzarsi al ruolo che gli compete in ambito alternative. Il ruggito dei 1000 cavalli introduce la title-track, possente, graffiante, con un bel chorus ed un riffing vigoroso. Pezzo per la sede live è già una hit pronta per le classifiche. La più oscura e cadenzata 'FML' incide accuratamente l'orecchio dell'ascoltatore, mentre 'Something Different', in puro stile Godsmack, regala un taglio diverso della musica del quartetto americano. La diversità di queste prime tre tracce dimostra appieno il desiderio della band di rimettersi in gioco, anche rischiando. Il poderoso riff di 'What's Next' riporta in auge la vena impetuosa di Erna&Co. ed apre la pista ad un'altro highlight di '1000hp', ovvero 'Generation Day'. Un tratto di originalità si coglie anche in 'Locked&Loaded', nella quale i Godsmack sembrano tornati quelli di inizio millennio. Tuttavia, passata la sesta traccia il disco si contorce, si ammorbidisce, non colpisce più come prima, il tutto manca un po' di qualità, eccezion fatta per la diversa 'Turning To Stone', pezzo quasi stoner.
Nel complesso '1000hp' è un buon album, superiore a 'The Oracle', che regalerà qualche soddisfazione ai Godsmack. Si può ciò nonostante aspettarsi di più da un gruppo tanto acclamato.