Fin dal loro esordio, il bellissimo
"Where Distant Spirit Remain", gli scozzesi Falloch si sono imposti all'attenzione dell'audience metal internazionale per una proposta ricca di emozione e di poesia.
Inevitabile, dunque, che il nuovo album fosse molto atteso, almeno in determinati ambienti di ascolto.
Inevitabili anche, per chi segue il gruppo, alcune perplessità legate all'abbandono di
Andy Marshall, voce e chitarra, ed il suo avvicendamento con
Tony Dunn che va a ricoprire gli stessi ruoli.
"This Island, Our Funeral", fortunatamente, spazza via ogni dubbio e ripaga l'attesa.
A partire dalla bellissima cover, brumosa e melanconica come la musica del gruppo, il nuovo lavoro è capace di affascinare come il suo predecessore e di emozionare grazie ad una forza evocativa di straordinaria efficacia.
I
Falloch eliminano del tutto i pochissimi riferimenti al Black Metal del disco precedente e creano una commistione di esplosioni Post-Metal e pesantissimo Doom, ai limiti del funeral, che rende l'ascolto di questo capitolo un triste viaggio tra la natura e i paesaggi della magnifica Scozia.
Un viaggio fatto di pacati momenti ambient, delicati arpeggi dal sapore folk e durissimi squarci di chitarra che quasi annichiliscono per la loro brutalità e meticolosità.
Tony Dunn si rivela un vocalist molto dotato: la sua voce cristallina e sofferta arricchisce tutti i brani rendendoli vivi e pulsanti mentre
Scott McLean, leader del progetto, si occupa, questa volta, di suonare la sei corde facendolo con un tocco possente, disperato e al contempo delicato, andando, quindi, a sottolineare l'alternanza di chiaro e scuro che è l'essenza di questo album.
Il fluire delle note di
"This Island, Our Funeral" è un costante mutare di sensazioni, è un alternarsi di emozioni e sapori "nebbiosi", è un affresco di una terra affascinante verso la quale i
Falloch urlano il loro amore ed il loro attaccamento.
Siamo al cospetto, per tanto, di una vera e propria dichiarazione d'amore per la propria terra, una dichiarazione che si nutre, come ho ricordato, delle migliori suggestioni del Post-Metal e dei suoi migliori interpreti e che sprofonda nelle dolenti spire del Doom più fiero e stentoreo al quale possiate pensare.
Chiunque ami sonorità tristi e si emozioni di fronte alla pioggia autunnale, sarà ammaliato da questo lavoro e lo amerà.
Lo sentirà proprio.
Lo farà proprio.
Entrerà, quindi, in sintonia con questo suono e non se ne distaccherà più.
Album intensissimo.