Il progetto Bloodwork, seppur nato nei primi anni 2000, riesce solo ora ad approdare alla pubblicazione del fatidico debut solo ora grazie all’interesse dell’Endtime Productions.
Personalmente non nutrivo grandi aspettative, mi aspettavo il “solito” album death metal senza arte né parte in cui è la confusione a farla da padrone.
Mea culpa.
“World without end” è un lavoro marcio, putrido e malsano. I britannici mischiano un death di stampo old school, in cui compaiono estemporanei riferimenti ai Morbid Angel e Deicide, ad elementi black e doom, in maniera forse non originale ma dannatamente efficace.
Le canzoni son ben strutturate e ben eseguite, la doppietta iniziale “Deny the fallen” e la titletrack sembrano uscite dalla penna di una band di consumata esperienza (in mano ad altri nomi più famosi staremmo a gridare al miracolo) e più l’ascolto prosegue più le sensazioni positive aumentano.
Non sono presenti picchi clamorosi è vero, ma nemmeno cali di tensione preoccupanti. Un album di mestiere ma che non fa rimpiangere i soldi e il tempo spesi nell’ascolto.
Chiudo dicendo che la cover di “World without end” è stata eseguita da “Necrolord” Wahlin: un nome che non ha bisogno di presentazioni.
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