Provate a pensare cosa uscirebbe fuori se i
DragonForce avessero una voce in growl/scream invece che l'ugola clean di
Marc Hudson, un disatro o una cosa geniale? Questo in realtà dipende solo dai gusti. Siamo reduci dalla nuova uscita discografica dell'implacabile gruppo inglese che ha diviso, come di consueto, il popolo del Metal, ora arriva questo disco dei canadesi
Crimson Shadows a portare una ventata estrema dragonforciana sul mercato metallico. Per citare altre band a cui accostare il combo nordamericano si potrebbe osare fare il nome dei
Children of Bodom dei tempi andati. Le peculiarità del sound dei
Crimson Shadows le avete oramai capite, musica lanciata ai battiti più estremi, senza sosta, con peripezie artistiche che faranno felici gli amanti dello speed(power) metal. La band canadese ha inoltre a proprio favore la vittoria della Wacken Metal Battle del 2013, che l'ha portata alla firma con Napalm Records e all'incisione di questo full-lenght. Da mettere in chiaro che questo non è propriamente extreme metal, è power/speed con il cantato stile estremo.
Passando all'analisi di
"Kings Amon Men" si hanno dieci tracce dallo stile omogeneo, tutte incentrate sulle caratteristiche elencate in precedenza, con qualche piccola eccezione che vedremo di seguito. Dopo la canonica pomposa intro strumentale
"March Of Victory", si ha la vera opener, ovvero
"Rise to Power". In questa traccia si enumerano in toto le particolarità del suono dei
Crimson Shadows, melodie accattivanti, sezione ritmica feroce, assoli al fulmicotone (sia di chitarra che di basso, a dimostrare che i
DragonForce non sono gli unici in grado di far certe cose, anzi...) e il growl/scream
Jimi Maltais accompagnato da qualche sprazzo in clean dei chitarristi. Il copione continuerà anche nella seguente
"Heroes Among Us", la coppia di axeman, costituita da
Greg Rounding e
Ryan Hofing, è inarrestabile, precisa, ed anche il bassista
Morgan Rider si fa rispettare, ovviamente il drumming di
Cory Hofing è incommentabile per accuratezza e potenza. Si continua con
"A Gathering of Kings", con una bella intro power melodica che poi si trasforma e dimostra un po' più stilisticamente estrema rispetto alle altre, comunque sempre con moderazione.
"Maidens Call" segue la trama del disco, con un cantanto leggermente più in scream che avvicina la musica dei
Crimson Shadows ai primi
Children of Bodom.
"Braving the Storm" ricorda in qualche frangente i conterranei
Kataklysm fusi con i nostri
Highlord, segnando un punto a favore per questa band canadese e portando questo pezzo fra gli highlight di
"Kings Amon Men". Un momento di pausa lo si ha con il bel intermezzo acustico
"On the Eve of the Battle" che apre la strada al ritorno alla furia con
"Freedom and Salvation".
"Dawn of Vengeance" non fa altro che ribadire la capacità dei Crimson Shadows di destreggiarsi ai bpm più impensabili, procedendo invece verso la closing track
"Moonlit Skies and Bloody Tides" si trova una canzone di più di dieci minuti, non particolarmente differente dalle altre, più che altro un'autocelebrazione del gruppo, non aspettate di trovarvi interludi pacati.
In conclusione,
"Kings Amon Men" è un disco sicuramente ben suonato che non spicca per originalità, ma che magari potrà piacere anche a coloro che provano ribrezzo per i
DragonForce et similia, data la diversità portata dal vocalist. Sconsigliato ovviamente a chi vuole una proposta elaborata e varia. Ascoltatelo, potrebbe persino catturarvi.
Lyric video di "Rise to Power"