Trio di Portland, i
Rabbits suonano un tipo di heavy grezzo e dissonante, che in qualche tratto ricorda i Black Tusk o i Kylesa ed in altri una sorta di Melvins più appesantiti. Riff macilenti e distorti, lentezza paludosa, voce rissosa e maleducata, queste le caratteristiche comuni dei brani di questo disco. Ma si trovano anche intuizioni diverse, come il trance-goove allucinato in “Reek and ye shall find” o la lunga parabola sludge-noise della conclusiva “Like you a lot”.
Ipnotici, pulsanti, monolitici, i tre americani suonano senza compromessi e senza concessione alcuna, perciò risultano appetibili solo agli amanti degli stili estremi e, ad essere onesti, non appaiono veramente indispensabili.
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