Copertina 7,5

Info

Genere:Avantgarde
Anno di uscita:2014
Durata:60 min.
Etichetta:Candlelight Records

Tracklist

  1. SUICIDE NOTE
  2. MUSIC FOR THE RECENTLY BEREIVED
  3. THE ACTRESS
  4. VICARIOUS LOVER
  5. MEGAN
  6. IMAGINARY SKETCHES OF A POISONED MAN
  7. THE ANTIDOTE
  8. HOURGLASS
  9. THE FUCKTRANCE
  10. THE HOUSE OF BLACK LIGHT
  11. THE FINAL PORTRAIT OF THE ARTIST
  12. LAST TRAIN VICTORIA LINE
  13. THE ULTIMATE NARCISSIST
  14. COLD HARBOUR LANE

Line up

  • Dan Abela: Bass
  • David Gray: Drums
  • Sam Loynes: Guitars
  • Peter Benjamin: Guitars, Vocals

Voto medio utenti

Londra è una città alla quale, per diversi motivi, sono molto legato.
L'idea di un concept album "dedicato", in un certo modo, alla capitale inglese e ai suoi umori era quindi per me molto affascinante. Il fatto poi che il concept fosse stato sviluppato dai Voices, band sorta dalle ceneri degli Akercocke, aumentava il mio interesse e faceva crescere le aspettative.
Alla fine "London", secondo lavoro del gruppo, è qui.
E sono diversi giorni che gira nel mio lettore, senza uscirne ed inducendomi, ogni volta, a premere di nuovo il tasto play.

Cosa ci offre la band inglese?

Come detto un concept.
La storia tormentata del "Vicarous Lover" e della amata Megan, una storia narrata in 14 lunghi brani ai quali Londra fa da sfondo oscuro e malinconico ed offre lo spunto per il dipanarsi di un pregevolissimo progressive death/black metal che è l'etichetta più plausibile per definire la musica dei nostri.
La parola "progressive" trova la sua spiegazione nelle composizioni che sono in costante divenire e che non offrono mai appigli "sicuri" ai quali appoggiarsi per farsene una idea precisa delle strutture.
"London" è, infatti, un disco schizofrenico, intricato e quasi jazzistico nel suo approccio, sebbene ci troviamo in ambiti lontani anni luce dal jazz vero e proprio, ed è un disco difficile da apprezzare senza ascoltarlo con profonda attenzione.
Immaginate un mix di Dødheimsgard, Akercocke e ultimi Emperor per avere una idea del suono dei Voices.
Considerate la presenza di soluzioni melodiche e malinconiche affiancate a devastanti momenti grind e letali accelerazioni black metal per avere una visone dei chiaroscuri qui presenti.
Immaginate la destrutturazione della forma canzone e il vastissimo range espressivo adoperato sia in fase strumentale che in fase vocale per avere una visione della complessita di questo album.
La vera sorpresa è che, nonostante una evidente poliedricità, "London" è un album che scorre e che si lascia ascoltare, fermo restando tutto quello che ho detto prima, e fermo restando che se si è ascoltatori superficiali sarebbe meglio rivolgersi altrove.
Aggiungo poi una ulteriore considerazione: una produzione perfetta ed una indiscutibile abilità tecnica dei musicisti contribuiscono, senza dubbio, alla riuscita di un lavoro che non è azzardato definire "avantgarde" anche se, va specificato, siamo in territori estremi, come la durezza delle chitarre e la bieca distruttività di certe soluzioni sono a testimoniare.

Senza ombra di dubbio uno dei dischi più intelligenti che io abbia ascoltato di recente.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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