Copertina 8

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2004
Durata:54 min.
Etichetta:Massacre
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. PRESENT: IF? (INTRO)
  2. 1934: KING OF THE ABSURD
  3. 1944: PLAYING GOD
  4. 1946: MELANCHOLIC
  5. 1963: CREATOR OF FAILURE
  6. 1964: IT FEELS LIKE THE END
  7. 1969: ENIGMA
  8. 1981: FALL FROM GRACE
  9. 2004: HELP ME LIKE NO ONE CAN
  10. PRESENT: IF, THEN (OUTRO)

Line up

  • Lars F. Larsen: vocals
  • Kristian Larsen: guitars
  • Mads Volf: drums
  • Kasper Gram: bass

Voto medio utenti

Senza suscitare mai grossi clamori, i Manticora si sono resi autori di lavori che li vedevano migliorare ad ogni uscita. Una tendenza confermata anche da "8 Deadly Sins", quarto album per il gruppo danese e che, come il precedente "Hyperion" (incentrato sui romanzi di Dan Simmons), si rivela di un concept album. La storia non sarà particolarmente originale, ma per l'occasione sono per lo meno evitate le storie di Fiction Fantasy, infatti, prende il via da un uomo ormai prossimo alla morte che ripercorre i momenti salienti della sua vita. Ogni brano ne racconta uno, ognuno (intro ed outro a parte) legato ad un peccato capitale. Otto, uno in più di quelli presenti nella tradizione cristiana, e da qui il titolo del disco.
I Manticora riescono con estrema facilità a combinare sonorità heavy, dark e melodiche, sfruttando una facilità nel songwriting non comune, mostrando la necessità di migliorarsi solo in fase solista, dove forse pagano la presenza solo "part time" del lead guitarist Martin Arendal.
Si sconfina abbondantemente nel power (ad esempio, su "Playing God" e "Creator Of Failure" le chitarre ed i cori hanno non poco dei Blind Guardian), ma anche nel thrash intricato degli Iced Earth o verso soluzioni intense e drammatiche tipiche dei Brainstorm e sopratutto degli Angel Dust. Quest'ultimo accostamento è accentuato dall'ottima prova di Finn Zierler (tastierista dei Beyond Twilight) che ha sostituito, solo su disco però, Jeppe Eg.
Rispetto ai precedenti lavori, la spinta thrash è stata un po' messa da parte, e sono emersi spunti riconducibili al progressive metal, che ad ogni modo non compromettono l'impatto dei Manticora, come conferma l'ottima "It Feels Like The End", dove ad un refrain ancora influenzato dai Blind Guardian (beh, Lars F. Larsen ricorda spesso Hansi Kürsch!) si accompagnano ritmiche intricate ed un notevole lavoro alle keyboards. Soluzioni che erano già evidenti su "King Of The Absurd", nella lunga introduzione e nei passaggi strumentali che si alternano ai ritmi veloci del pezzo. I Manticora non abbassano l'andatura nemmeno per "Playing God", più diretta e, grazie al chorus, accattivante. Ma è su "Melancholic" che i danesi pestano maggiormente... sempre con criterio! Ma sono "Creator Of Failure" e "It Feels Like The End" i brani che meglio riassumono quanto sono in grado di proporre i Manticora, per grinta, pathos e tecnica.
Se "Enigma" si apre in maniera fantastica, e mantiene alta la tensione per tutta la sua durata, lo stesso non si può dire per "Fall From Grace", un lento ben affrontato ma mai vibrante. Il bell'attacco thrashy "Help Me Like No One Can" mi riconcilia con i Manticora, e quindi si può anche chiudere un occhio se per la parte corale ritornano a battere il sentiero dei Blind Guardian.
Un battito cardiaco che si spegne, apre la conclusiva "If, Then" e ci conduce alla morte del protagonista riprendendo il filo (anche musicale) a cui i Manticora ci avevano introdotto con "If?".
Ancora nettamente sopra la media... ma sempre stranamente sottovalutati!
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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