I polacchi Thunderbolt provano decisamente a seguire la strada dei connazionali Behemoth... da un black metal old style (dichiaratamente nazional-socialista), con il nuovo album si spostano verso un black/metal più moderno, muscolare e violento come si addice a chi voglia seguire la tendenza sviluppatasi negli ultimi anni. Dalla loro i cinque ragazzi hanno una capacità compositiva e tecnica di tutto rispetto, nonché un'intelligenza musicale piuttosto spiccata. Il segreto è racchiuso in una sola parola: intensità. Non c'è una sola pausa, un solo momento di cedimento in tutti e quarantacinque i minuti dell'album... perfino l'intro è pervasa da un'inquietudine di fondo molto marcata. Gli unici momenti di leggero calo sono le parti acustiche di sola chitarra ed effetti in sottofondo, ma anche in questo caso non dovremo aspettarci composizioni che scivolano via senza mordente, fini a sé stesse. Tutto ciò denota una grande cura, soprattutto nel lavoro delle due chitarre. "Chaos Reigns Over Megiddo" è il pezzo che i Mayhem del deludente Chimera avrebbero dovuto comporre: con quei riff taglienti alla Blasphemer, e un accorto inserimento di pochi samples malati a rendere più interessante il mix. Nonostante alcuni echi dei Carpathian Forest il lavoro è anche abbastanza personale, e non scade mai nella banalità. Ho ascoltato poco di quello che i Thunderbolt erano soliti suonare prima di "Inhuman Ritual Massemord", ma il cambiamento questa volta è stato meno sofferto del solito. Probabilmente la band polacca si trova più a suo agio con queste sonorità... e personalmente io non ho nulla da ridire.
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