Dopo ben dieci anni di assenza, tornano i canadesi
The Tea Party, e (grazie al cielo!) riprendono il discorso musicale esattamente dove l'avevano interrotto col meraviglioso "
Seven Circles". Jeff Martin e soci infatti non hanno cambiato la ricetta della loro musica, un rock oscuro e progressivo, velato sovente di suggestioni orientaleggianti e di atmosfere floydiane, rese benissimo ad esempio nella title track, posta in fondo al platter, che nei suoi otto minuti si dipana come un vero e proprio compendio di cosa erano, e sono, i The Tea Party.
Musica per orecchie fini e per ascoltatori pazienti e capaci, in grado di cogliere tutti i colori di una musica evocativa a dir poco, che va goduta e quasi temuta, nel suo magniloquente dipanarsi. Cosi, ascoltando e quasi volando sulle note notturne di questo bel disco, anche voi vi perderete tra le atmosfere oppressive di "
The Black Sea", o i momenti quasi lisergici di songs come "
The 11th hour" o "
Water's on Fire", che rendono il trio canadese una vera a propria mosca bianca nel panorama, grazie proprio a questo strano mescolare strumenti ed effetti, il tutto sorretto dalla bellissima voce baritonale di Jeff Martin, che da sola basterebbe a rendere il tutto piacevolmente disturbante.
Album dunque consigliato a chi ha voglia di ascoltare musica di qualità, oscura e strumentalmente affascinante, densa nel suo scorrere come un liquido oleoso. Davvero bentornati.
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