Vi ricordate la macchina costruita da
Ash nell'
Armata delle Tenebre? Quella che nel cortile del castello gira velocemente staccando la testa e spezzando le ossa all'esercito di teschi? Bene, fate conto che gli
Emeth siano quella macchina che si dirige verso di voi.
Il ritorno di questa band belga ci voleva proprio, dopo sei anni di silenzio si cominciava a pensare che il gruppo fosse stato abbandonato a favore di uno dei molti progetti dei musicisti coinvolti, invece questi bastardi (nel senso buono) sono più in forma che mai.
Aethyr è qualcosa di inumano, gli
Emeth riescono a concentrare in ogni canzone la brutalità degli
Aborted, la tecnica dei
Suffocation, fraseggi ed armonizzazioni dei
Death, groove e stop and go a la
Meshuggah più un tocco old stile tipo dei
Deicide. Fenomenale. C'è un uso delle melodie sopra la media, niente di pacchiano o esagerato ma è giusto segnalarlo agli amanti del brutal più feroce quelli, insomma, a cui piacevano gli
Emeth di Insidious. Certo che non lo scopriamo mica oggi che sono validi, dei tre dischi precedenti non ce n'è uno la cui valutazione scenda sotto il sette e mezzo/otto, peccato solo che siano confinati nell'underground più totale. Ora però vi sto buttando l'esca, abboccate e finirete nell'iper violento mondo degli
Emeth poi, se sopravvivrete, mi ringrazierete.
Tornando al disco, il labirinto sonoro che i cinque ci mettono davanti non è senza uscita, anzi, la grande tecnica, la varietà e il susseguirsi di approcci differenti fa sì che la strada sia leggermente tracciata, il songwriting funziona alla perfezione e ci conduce attraverso canzoni sensate. Growl, pig squeal, harsh vocals, il nuovo entrato
Boris Cornelissen è un'autentica forza della natura, non tanto come potenza pura ma come varietà e non fa rimpiangere troppo il bravo (ma un po' monotono)
Tom Kimps che gli ha ceduto il posto, dopo aver tenuto il microfono dal lontano 1997, anno di fondazione della band. Probabilmente con uno/due brani in meno, l'album avrebbe guadagnato ulteriore incisività, nello specifico, togliere una canzone dal taglio moderno e prolisso come
Wrath Upon the Cursed sarebbe stato saggio, ma che ci vuoi fare? C'è talmente tanto "buono" su
Aethyr che ci lamentiamo del brodo grasso.
Occhio, il pericolo di svitarsi la testa è reale.