Si leva dal lontano oriente l'urlo di guerra dei
Lavatory, band malesiana che con il suo debutto
"Morbid Terror" è decisa a mostrare al mondo il suo certamente genuino attaccamento alla causa del death metal più puro ed incontaminato: con il loro disco di esordio, questi ragazzi non fanno nulla per nascondere all'ascoltatore le loro influenze, maturate in anni ed anni di ascolto di "Left Hand Path", "Like An Everflowing Stream" o "Reek Of Putrefaction" e confezionano nove brani (più un intro) che sebbene ricalchino le orme delle succitate band non paiono possedere la giusta dose di ispirazione per colpire come dovrebbero. A questo si aggiunge la voce di Muntah Darah, molto sporca e grezza ma ben lontana dall'essere un bel growl cavernoso e gutturale, che probabilmente avrebbe donato maggiore ferocia e profondità a dei pezzi già di loro ben poco brillanti.
Il rifferama delle due chitarre non suona feroce e letale, nè nei frangenti più veloci che in quelli più cadenzati ("Summoning In Dun Laoghaire"), e sebbene la produzione cerchi di riportare in auge il sound tanto caro ai Sunlight Studios la sensazione che si prova durante l'ascolto di "Morbid Terror" è di indifferenza se non noia. Trattandosi di un debutto, perdoniamo i Lavatory ma per il secondo lavoro è necessario lavorare più sul songwriting perchè al momento è l'aspetto dove i ragazzi sono più carenti.
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