Parziale sterzata sul groove quella che i californiani
Abysmal Dawn effettuano sul loro quarto capitolo, si slegano in piccola parte dal loro death metal tecnico d'assalto in favore di qualche traccia più lenta, lineare e con minori cambi di tempo.
Il problema è che i pezzi che vanno in questa direzione dicono poco e si rivelano stancanti abbastanza velocemente. Su altri brani provano qualcosa di diverso, ad esempio
Loathed in Life / Praised in Death, dall'inizio sospeso che si evolve in un headbanging in cui è difficile rimanere fermi, voci "minacciose" poste in secondo piano che ogni tanto si intrufolano, ma diventa presto troppo ripetitiva e non comunica niente di che.
Dove gli
Abysmal Dawn sono ancora forti sono brani come l'opener
Human Obsolescence dalla maggiore velocità e dalla notevole potenza sprigionata, oppure
The Inevitable Return to Darkness dalla partenza a frustata, ritmiche arrembanti, blast furiosi, una canzone sostenuta molto bene che emana furia e non si arresta, anche il cantato si abbassa e con queste piccole variazioni riesce ad acchiappare l'attenzione. Naturalmente c'è l'immancabile breakdown ma si sente la cattiveria, la rabbia vera. Anche
Perfecting Slavery spinge a dovere diventando via via più da mosh con variazioni riuscite, un buon assolo (guest
Christian Munzner ex-
Obscura e
Necrophagist) con sotto un pregevole lavoro di riffing, risulta poi parecchio melodica con le linee delle chitarre che si scambiano. Il cantato di
Elliot è purtroppo inferiore sia per potenza che per varietà se paragonato alle prove precedenti, sembra più lontano, dietro agli strumenti. Altra ospitata da segnalare è quella di
Bobby Koeble (ex-
Death periodo
Symbolic, ora dedito al jazz) su
Devouring The Essence Of God, brano vagamente grooveggiante ma niente di che. Proseguendo con le tracce, sono vittima di una finta sorpresa su
Night's Blood, colpito da una partenza carica e veloce, sento un melodic death molto apprezzabile con bei cambi, bei riff, in pochi secondi c'è un sacco di ciccia ma... aspè, la conosco. Grazie alla cippa, sono i
Dissection...
Tutto è suonato benissimo e non ci piove, il loro lavoro lo fanno ancora alla grande, sfregiare, ma devono decidere meglio come affrontare certe situazioni.
Leveling the Plane of Existence (disco del 2011) era altra roba, lì quando rallentavano erano soffocanti, ti toglievano il respiro e c'era una sensazione sinistra forte, ora scomparsa.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?