Ritengo che in fatto di rock acido, psichedelico, jammistico, noi italiani abbiamo sempre mostrato, sin dai lontanissimi anni ’70, una particolare sensibilità. Sarà forse una predisposizione innata alla libera interpretazione musicale oppure l’uso più massiccio di sostanze psicoattive rispetto ad altri paesi, ma resta il fatto che i risultati in questo mini-settore sono sempre di alta qualità. Formazioni come Black Rainbows, Ufomammut, Electric Taurus e diverse altre, oggi stanno ottenendo meritata considerazione anche fuori dai confini nazionali.
Bene, pronti con carta e penna per aggiungere alla lista una band romana dal curioso nome:
L’Ira del Baccano.
Non sono esordienti, perché risulta un lontano ed estemporaneo disco dal vivo (“Si non sedes is – live MMVII”) che aveva lasciato poca traccia di sé. Adesso però esce un agguerrito seguito per Subsound, che consiglio caldamente agli appassionati.
“Terra 42” è un trip cosmico interamente strumentale (e questo, come sempre, può rappresentare purtroppo un limite alla sua diffusione..) ispirato da uno dei grandi cult della letteratura fantascientifica: “Guida galattica per autostoppisti” di Douglas Adams. Tre lunghi momenti di space rock senza confini, che inducono la mente a generare immagini allucinatorie di orizzonti stellari, campi gravitazionali ed arcobaleni di pulsar e “wormhole”, senza mai smarrirsi in vuote spirali autocelebrative o perdere l’obiettivo di partenza.
Il quartetto capitolino brilla per lo sviluppo fluido del tessuto sonoro, utilizza bene gli effetti elettronici che, pur restando sullo sfondo, alimentano la sensazione di infinito che pervade tutto il lavoro, seguendo il sentiero tracciato molto tempo fa dai patriarchi Hawkwind.
Intensità, tecnica, fantasia, impennate solistiche da brividi, che altro resta da dire se non di procurarvelo senza indugio.
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