Un gran casino.
La sensazione di caos all'interno di questo debutto della formazione di Portland è totale, i
Bastard Feast (ex-
Elitist) mescolano nella loro proposta grind, doom, crust, punk, noise, hardcore, sludge, black, death, groove, speed, thrash, squirtling, threesome, POV, fisting...
C'è davvero di tutto, tutta roba che rende le canzoni costantemente mutevoli, schizzate, indecifrabili. Non c'è una struttura, scordatevi strofe (al massimo ci trovate scrofe), ritornelli, assoli, melodie... niente. Continuo? I tempi delle canzoni sono... quali tempi? Qui si va dal lentissimo ai blast beat da un momento all'altro, dissonanze, urla lancinanti, growl, screm... Tutto nerissimo, ricolmo di depressione e male di vivere. Pezzi da tre minuti di media ed un suicidio finale da 10 minuti.
Ma 'sto casino? Eh, 'sto casino mi garba assai perché davvero, è totalmente folle e deviato! Certo non è la prima cosa che metterei su avendo mezz'oretta disponibile, ma per certi stati d'animo è l'ideale.
Non andrei avanti oltre, se siete dei misantropi o anche solo dei curiosi dall'anima nera, pigiate un po' play qui sotto e prendete un piccolo assaggio di dolore di questi cinque rottinculo.
Evito di assegnare voti proprio perché la valutazione dipende da come ci si sente al momento dell'ascolto, ora, mentre sto scrivendo, metterei un 8 ma domani potrebbe diventare un 3. Per capirci, sono tre mesi che ho questo disco, lo ascolto di tanto in tanto e non ho ancora capito se lo adoro o c'è da denunciare chi lo ha composto.
Post apocaliptycal totally sick anal noise.
And I like it.
Qui c'è tutto il disco precedente reso disponibile dalla Season of Mist
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