Toh, chi si rivede, gli Heraldry!!!!! Giuro che quando ho acquistato questo disco, non credevo di poter riascoltare la band di Latina autrice di due ottimi demo tapes, tra i quali mi piace ricordare il capolavoro "The fortune teller" oggetto di culto fra gli appassionati della scena metal italica nonché fra i tape traders di mezz'europa, poiché credevo d'aver messo le mani su di un ciddì di qualche band norvegese o giù di lì.
Ed invece, quando meno te lo aspetti il quintetto capitanato dal guitar hero Enzo Ferlazzo, zitto zitto ti piazza il colpaccio, rilasciando un pregevole platter che va a continuare la grande tradizione italiana in campo power/prog metal. Non vorrei sbilanciarmi troppo, ma da quello che avrete certo capito, la mia euforia è alle stelle, però credetemi se vi dico che il disco dell'anno è proprio questo "Shadows of ancient sky".
Un disco di cui nessuno di voi si è accorto, sia perché sviato dalle miriadi di uscite provenienti da più parti, sia perché il platter in questione è di difficile reperibilità, pensate che è stato edito da una casa discografica specializzata in jazz e beat italiano!
I pochi che sapranno osare e che crederanno alle mie parole, si troveranno di fronte ad un album raffinato, suonato da una band matura e consapevole delle proprie capacità tecnico/artistiche che non perderà occasione per sbalordirvi. In più l'innesto del nuovo vocalist Max Romano, mi è sembrato molto azzeccato, anzi credo proprio che con la sua voce, a tratti esile e delicata, abbia contribuito a migliorare certi aspetti più progressivi della loro proposta musicale. La produzione potente e cristallina, risalta ancora di più l'operato dei nostri, tanto che l'intero lavoro non concede un attimo di tregua, così dall'iniziale e roboante "Dream Fighter", track di melodic power in grado d'impallidire i vari Heavenly e compagnia bella, si passa al metal sinfonico e regale di "Afterglow", che contiene uno di quei chorus che ti entrano tanto dentro fino a rapirti l'anima.
Per il mio palato uditivo è una gioia immensa poter risentire la magniloquente "Heraldry", stavolta con una registrazione degna di nota, mentre la stupenda "Last warroir's cry", presente anche nella edit version, presenta il lato più malinconico ed introspettivo dei cinque Heraldry.
"Landscape" offre uno spaccato della tecnica e del gusto melodico di cui i musicisti in questione sono in possesso, un vortice infinito di vere emozioni che trovano la loro ecstasy finale sulle note di "Fortune teller" una gemma sonora, un possibile hit single fra richiami di Fates Warning, Symphony X e Royal Hunt.
Che dire di più, in questo caso è meglio lasciare parlare la musica, io vi consiglierei di contattare la band, perché il disco vale ogni lira che voi possiate spendere, ma lo vogliamo capire che le bands migliori le abbiamo in Italia, o no!!!!!
Homepage:
http://www.heraldrysite.com/index2.htm
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?