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’elbow strike è una particolare mossa di Krav Maga, l’arte marziale praticata dalle truppe speciali israeliane. Un colpo di gomito alla tempia, sovente micidiale. Ma è anche il nome di una band italiana, formata di recente dal cantante italo-britannico Chris Bradley, artista navigato e giramondo.
La Go Down pubblica il loro primo disco, un buon concentrato di straight rock con forti vibrazioni funky-groove. Tutto il lavoro è incentrato sulle cospirazioni aliene, dischi volanti, sinistre presenze dallo spazio, ma l’atmosfera è tutt’altro che cupa o siderale. Anzi, lo stile del gruppo è molto terreno, epidermico, dinamico, grazie a ritmiche trascinanti e vocals calde ed accattivanti (un po’ alla Jeff Scott Soto…nda).
I pezzi migliori sono concentrati nella prima parte, cominciando dall’ottimo hard energico “Elbow strike mofos”, la flessuosa “Cosmic pleasure” (che narra di un incontro “molto” ravvicinato con una “grigia”), ed ancora le corpose “Monster” e “Stoneman” (per un attimo ho pensato fosse dedicata al sottoscritto, ma io sono
Stone®man..). Sicuramente principali protagonisti dell’album sono l’interpretazione di Bradley ed i tanti ganci melodici, ma il resto del gruppo costruisce comunque una struttura sonora puntuale ed elastica. Infatti si possono cogliere influenze bluesy, southern, grunge e perfino stoner, vedi la conclusiva “Winter night”.
In sostanza un debutto positivo, che non risulta legato ad uno specifico filone e quindi può piacere a tutti gli amanti del rock alla Glenn Hughes.
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