Dopo il roboante
debut album targato 2004, degli statunitensi
Cea Serin si erano un pò perse le tracce. Tra EP, partecipazioni a compilations ed altre piccole comparsate, il combo della Lousiana latitava da tempo. E ci son voluti ben dieci anni per dare alla luce questo "
The Vibrant Sound of Bliss and Decay", che non è altro se non una piacevole conferma di quanto già ascoltato in precedenza.
'
Mercurial Metal', lo definiscono loro: una mistura di heavy/prog, fusion, growls, atmosfere eteree e temi astrusi ed impegnativi, il tutto (o quasi) a firma di
Jay Lamm, vero mastermind del progetto. In questo nuovo lavoro le tracce sono solo 5, ma il minutaggio è di ben 48 minuti, e tutti gli scafati del genere hanno già capito l'antifona. Tre brani ci presentano il lato più muscoloso e tecnico della band ossia "
Holy Mother", "
The Illumination Mask" e la strabiliante "
The Victim Cult", in cui potreste provare ad immaginare un ibrido tra Symphony X, Fates Warning, In Flames e molto altro. Spezza il fiato la delicata "
Ice", firmata dalla cantante canadese
Sarah McLachlan e conclude il tutto la lunghissima "
What Falls Away", che ci porterà a spasso su impetuosi saliscendi, ma senza mai arrivare alla cattiveria dei tre brani succitati.
La qualità audio è ottima, anche se troppo spesso ho avvertito tracce di onanismo musicale; nessuno tolga ai Cea Serin il merito di proporre musica innovativa, inusuale ed intelligente, ma l'effetto sorpresa a volte stride con melodie un pò forzate, inserite quasi a forza in momenti musicali che gridano la propria indipendenza dalle parole. Un album tutto sommato ben più che piacevole, per una band con mezzi virtualmente sterminati. Da ascoltare con calma.
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