“Northern Michigan heavy metal”, così descrivono il loro stile gli statunitensi
Pan, dei quali esce il secondo album “Driftwood.
Che si tratti di musica pesante, non c’è dubbio. Il trio macina riff su riff disseminati in cinque lunghi episodi, mischiando lo sferragliare metallico con cenni di sludge, stoner, stop e ripartenze, vocals cavernose e belluine. Una sorta di connubio tra Mastodon e The Sword, con ottima preparazione tecnica e la consueta attitudine fragorosa dell’heavy americano.
Quindi, se collegate il nome Pan a visioni arcadiche e culti pastorali, siete completamente fuori strada. Questa è musica di grana grossa, viscosa, spessa, ma con una certa qualità di fondo, vedi “Cold wind & dark waves” o “Serpents and bones”, brani ben articolati e pesanti. Però, il pezzo più interessante è “Slow waters & grey skies”, cavalcata di tredici minuti che riassume neo-stoner, swamp-southern (Beaten Back to Pure, Red Giant, primi Down, ecc.) e schitarrate thrash metal, in un denso turbinìo elettrico.
Un buon gruppo, non fondamentale (
..ma quanti oggi lo sono?..), comunque dotato di discreto potenziale.
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