"Bhleg" in lingua protoindoeuropea vuol dire "brillare" e la luce di questo duo svedese, qui al suo esordio discografico, mi ha letteralmente abbagliato, mi ha affascinato e mi ha riportato indietro in un misto di stupore e nostalgia.
Credevo che questa musica fosse morta. Invece mi sbagliavo.
Immaginate le ipnotiche atmosfere del miglior
Burzum e l'elegante ferocia dei primi
Ulver, unite queste suggestioni, chiudete gli occhi e sognate.
"Draumr Ást" è puro ed incontaminato black metal di chiarissima matrice norvegese: gelido, ferale, spietato, ma anche melodico, quasi sognante nel suo essere in grado di farti viaggiare tra i boschi e le nevi quando i tuoi passi sono attutiti dal bianco manto ma rimbombano nel silenzio della notte.
Nove brani di un'epoca che è stata e che non c'è più.
Nove brani per far rivivere la magia di
"Hvis lyset tar oss" o di "
Nattens Madrigal - Aatte Hymne Til Ulven I Manden".
Nove brani di pura poesia nordica in cui lo scream disperato sembra essere il vento che ti ghiaccia la pelle.
Nove brani in cui l'atmosfera incontaminata della natura, essa stessa incontaminata, duetta con accelerazioni devastanti e brevi arpeggi ai limiti del folk mentre i pattern di chitarra ripetono se stessi fino a sfiancarti.
Nove brani da sogno.
Un sogno, come ho ricordato all'inizio, nostalgico e carico di malinconia per una forma di espressione sonora che, troppo in fretta, è stata dimentica per essere, paradossalmente, consegnata alla storia.
Bhleg ci ricorda, invece, che lo spirito del black metal che io amo è ancora in vita ed è ancora in grado di colpire, violentemente, le corde del mio animo.
Non importa che questa musica sia già stata scritta.
Il sapore di questo album resta comunque squisito: l'intrecciarsi costante di melodie senza tempo e di bieca ferocia, di evocativo spirito epico e divagazioni nel puro ambient, di suoni primitivi e urla senza volto, squarciano il cielo e ci abbagliano con la loro sfacciata perfezione.
"Draumr Ást" è quello che il black metal avrebbe sempre dovuto restare: MAGIA.