Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2015
Durata:44 min.
Etichetta:Season of Mist

Tracklist

  1. ONCE UPON A TIME...
  2. THERE'S NO PLACE LIKE HOME
  3. WHEN CROWS TICK ON WINDOWS
  4. TWO FLIES FLEW INTO A BLACK SUGAR COBWEB
  5. DREAMING OF A NIGHTMARE IN EDEN
  6. POSSESSED BY A CRAFT OF WITCHERY
  7. KILLED AND SERVED BY THE DEVIL
  8. THE WITCH PERISHED IN FLAMES
  9. TRAGEDY EVER AFTER

Line up

  • Seregor: Vocals, Guitars
  • Ardek: Keyboards, Orchestra
  • Namtar: Drums

Voto medio utenti

Un concept su Hänsel e Gretel?
Beh, se ritenete che black metal e fiaba formino un connubio peregrino, temo vi sfuggano le caratteristiche fondanti di un filone narrativo spesso e volentieri portavoce di tradizioni popolari oscure, inquietanti, macabre.
Ben lo sapevano gli allegri fratelloni Jacob e Wilhelm Grimm, cui va attribuito il merito di aver ripescato un delizioso racconto di abbandono, infanticidio e cannibalismo presumibilmente riconducibile al Medioevo.
Ben lo sanno anche i Carach Angren, che dopo numerosi adattamenti per il grande schermo (un consiglio da amico: state alla larga dalla sciagurata reinterpretazione fornita nel 2013 dal regista Tommy Wirkola in Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe), forniscono una colonna sonora alla fosca storia, aggiungendovi coloriture e tematiche più attuali -tra cui tossicodipendenza e violenza domestica-.

Colonna sonora”, in ogni caso, è la definizione chiave: l’opera ha un fortissimo carattere cinematografico, come da tradizione per il trio olandese.
L’apparato lirico riveste un ruolo davvero centrale: ci si accorge presto, infatti, come siano il dipanarsi della trama e gli stati emotivi dei protagonisti a determinare la progressione della tracklist e la struttura stessa delle singole canzoni.
Sotto il profilo musicale, poi, si è deciso d’imboccare con risolutezza la direzione della teatralità e della magniloquenza; se possibile, la proposta dei Nostri si è fatta ancor più sinfonica rispetto al precedente Where the Corpses Sink Forever.

Pensate a un ipotetico punto d’incontro tra Death Cult Armageddon (Dimmu Borgir), Midian (Cradle of Filth) e, perché no, Grand Guignol Book dei nostrani Dark End, con una produzione molto carica, compressa e artefatta che al sottoscritto ha ricordato da vicino quella di Puritanical Euphoric Misanthropia (sempre Dimmu, lo sapete).
Con simili riferimenti il mio ruolo di recensore potrebbe dirsi già concluso: feeling gotico e pomposo al tempo stesso, grande enfasi sugli arrangiamenti, fiati, archi, keyboards e orchestrazioni abbondano lungo tutti i tre quarti d’ora di durata di This Is No Fairytale, e tanto dovrebbe bastare. A voi scegliere se ciò costituisca pregio o difetto.
Dal canto mio, posso segnalare che l’album presenta grande compattezza in termini qualitativi: forse le iniziali There’s No Place Like Home e When Crows Tick on Windows hanno qualcosa in più rispetto alle successive, ma in generale non s’incontrano crolli clamorosi né picchi d’eccellenza.

Questo è quanto: se le coordinate musicali sopra tratteggiate non vi attraggono, lasciate pur perdere i Carach Angren e la loro ultima fatica.
Se invece, come il sottoscritto, avete amato la scena symphonic di fine anni ’90 -pur riconoscendone l’ampollosità, l’incapacità di evolversi e la scarsa spontaneità che hanno condotto a un progressivo calo d’interesse per il genere- troverete di che godere in This Is No Fairytale.

http://www.youtube.com/watch?v=P2jxsLn5Cnw
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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