I
Simson (da non confondere con i più famosi Samson) erano una band tedesca dei primi anni ’80, in attività per circa un triennio e disciolti nel 1984 dopo la pubblicazione del loro unico album, questo “Delilah” uscito all’epoca per PMM Records. Ora un'altra etichetta, la Cult Metal Classics, lo ripropone in tiratura limitata.
Il trio era formato da giovani musicisti, che possedevano comunque una certa esperienza avendo militato in una serie di piccole formazioni (Ambrose, Champs, Rosalee). Il lavoro è un tipico esempio di Nwobhm della specie più classica, ed evidenzia un mix di influenze tardo hard rock e proto-heavy metal. Si va da brani robusti e dinamici come “Horses of fire”, “Kill the bitch”,”Load it up”, a ballatone romantiche in odor di Scorpions come “Gotta be me”, compreso l’assolo lirico di chitarra, per arrivare alla strumentale title-track (sul genere di “The Ides of March”) e all’acustica “Ridin”, uno degli episodi meno riusciti. Nel complesso un prodotto discreto, senza infamia e senza lode, sicuramente minore e non indispensabile a meno di essere patiti di rarità.
Oggi una delle cose che tiene in piedi il mercato discografico è proprio la mania del “revival”, del ripescaggio di inediti (
spesso niente più che scarti.. nda), della riesumazione di chiunque abbia tenuto in mano uno strumento e scritto qualche canzone, perciò trova senso anche la presente riedizione di una copia teutonica dei primi Maiden e compagnia.
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