Quella mente maligna del Graz, ci aveva proposto la recensione di questo secondo lavoro degli inglesi
Bloodshot Dawn, allegando la dicitura "
death metal con nomi famosi" ed il sottoscritto, già ingolosito dalla tamarra copertina, ha abboccato come la più ingorda delle carpe dorate. Fatto sta che mi trovo di fronte ad un disco di musicisti "normali", con le fantomatiche "superstar" relegate come guest in varie tracce, e non vi sto a tediare con l'elenco, lo vedete qui a fianco. Morale, il disco è... robetta. Il thrash/death melodico del precedente lavoro è sparito a favore di un death metal molto melodico e veloce, a tratti velocissimo, pulito, moderno, preciso, in altre parole: sborone. Le parti di batteria sono davvero intense ed il drummer (nuovo innesto in line up) non si ferma un secondo elargendo double strokes a palla fino a 300 bpm, allo stesso tempo non si può non godere delle belle linee melodiche create dalle chitarre e dai loro assoli fini e molto ricercati ma... ma manca la canzone. Gli spazi per le chitarre sono totali, una vetrina in cui sfoggiare bravura esecutiva, gusto ed estro, ma la canzoni che dovrebbero sostenerle sono impalpabili, hanno sì un tocco moderno ma la loro struttura si regge praticamente solo sul drumming. Il cantante sbraita e modula le sue urla in modo non disprezzabile ma non aggiunge nulla al risultato finale. In pratica è tutto slegato, con un songwriting fallimentare. Per finire; il male, l'oscurità e l'inquietudine tipiche del death metal, sono totalmente assenti.
Tirando un po' le somme, abbiamo a che fare con un'occasione sprecata, in cui buonissime cose non incidono e si perdono come sabbia nel vento.
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