Si chiama '
Impressions – il Palcoscenico della Mente' il debut album con il quale i torinesi
Aevum fanno il proprio ingresso nella scena metal tricolore. Un disco che, partendo dagli stilemi del symphonic e gothic metal, rielabora un sound contaminato da sonorità classiche attraverso delicati ed incisivi inserti di piano e passaggi dal sapore marcatamente più elettronico e moderno.
Quello che viene subito da pensare ascoltando gli undici brani che lo compongono è che ai sette musicisti, per questo primo lavoro in studio, l'ispirazione e le idee non siano mancate e l'album che ne è derivato rappresenta summa. incisivi riff convivono con malinconiche aperture melodiche, potenti sezioni ritmiche lasciano spazio a passaggi più leggeri, creando un sound composito nel quale le diverse soluzioni si incastonano in delicata armonia.
L'originalità degli Aevum però non si esaurisce solo nella continua sperimentazione compositiva ma si completa anche nei testi che non si limitano all'uso dell' inglese, ma spaziano e raggiungo un buon equilibrio in particolare nel passare dall'inglese all'italiano. a rendere infine ancora più particolare questa release è la gradevole amalgama tra la lirica e delicata voce femminile della cantante
Evelyn Moon e quella maschile più profonda e graffiante di
Hydra che, mai prevaricando l'una sull'altra, trovano i propri spazi creando un piacevole e costante dialogo in ogni brano.
Valutando nel suo insieme 'Impressions – il Palcoscenico della Mente' si può intuire come questo sia un disco che per essere apprezzato necessiti non di uno, ma di diversi ascolti e soprattutto di letture a più livelli: solo così se ne potrà apprezzare fino in fondo il costante divenire sonoro che non si esaurisce mai in scontatezza, ma che anzi si lascia percepire in originali momenti sonori. L'immediatezza non fa certo parte della natura di questo album.
'Impressions' è piuttosto un disco che si svela brano dopo brano, mostrando tra le sue note quell'oscuro universo del quale band come
Leaves' Eyes, Nightwish ed Epica ne hanno delineato i precisi confini.
Limiti entro cui nascono gli Aevum e che per scelta la band ha voluto aprire ad una sognante visione personale, alla quale dona eleganza e dolcezza senza però tralasciare potenza ed intensità. Come su di un palcoscenico, quello della mente appunto, la formazione racconta misteri '
Lost Soul', passione '
Blade's Kiss' ed oscure trame del destino '
to be or ... to Be' lasciando però spazio anche ad intensi momenti strumentali '
intermezzo' ed '
impressioni' che concedono il tempo di assaporare la semplice bellezza insita nella nuda voce degli strumenti.
Con questo disco d'esordio gli Aevum propongono il primo capitolo di un oscuro romanzo gotico italiano che ha il suo punto di forza in un’elegante sperimentazione riuscendo a creare una proposta originale. Nel genere non era facile.
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