La prima cosa che si nota ascoltando il secondo album degli svedesi
Usurpress sono le chitarre, perché non ruggiscono e non si sente l'effetto "motosega".
Non che sia obbligatorio, ma se suoni vecchio death metal imbastardito con d-beat, le sei corde sono fondamentali nello spargere caos e brutalità, qui invece, sono molto poco distorte e parzialmente sepolte nel mix, finendo per frenare parte del lato "selvaggio" e concedendo maggiore spazio al buon lavoro del basso.
Non spaventatevi con queste premesse, non scappate, di "roba buona" ce n'è parecchia e probabilmente questa scelta di suoni è dovuta "all'evoluzione" degli
Usurpress che, rispetto al loro disco precedente e rispetto al death svedese "classico", cambiano le strutture, evolvono il songwriting e portano qualche variazione rallentando i brani in diverse parti, rendendoli meno immediati, più atmosferici, doomy e leggermente riflessivi.
Se poi pensiamo cha hanno inserito la cover (davvero ben riuscita) di
Lothlorien, brano strumentale del musicista prog svedese
Bo Hansson, contenuto nel disco "
Lord of The Rings' datato 1970, capiamo meglio questa "voglia di cambiamento".
Ci sono poi pianoforti e flauti nella breve
The Undeification, il cantato pulito e declamatorio su
Fire, In The Minds of Men, chitarre acustiche in brevi segmenti e così via, il tutto, suonato rimanendo belli densi e cattivi ed affiancato a pezzi più diretti, snelli e veloci.
Come altre formazioni recenti (vedi
Morbus Chron su tutti), partite dal classico suono di
Grave, Unleashed, Dismember ed Entombed, gli
Usurpress tentano di personalizzare la loro proposta, riuscendoci in buona parte.
Ordained, al netto dei suddetti problemini sonori, rimane un disco piacevole e vario (sempre per il genere) che si ascolta e riascolta, con una sensazione di oscurità, oppressione e morte, ben evidente.
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