Autointitolato esordio per gli svizzeri
Claw che, rinunciando alla tradizionale neutralità della loro nazione di origine, si schierano apertamente a favore di uno Thrash Metal che guarda spassionatamente agli insegnamenti di Megadeth (tanto) e Nevermore (un po' meno), con un pizzico dei potenti e malinconici Paradise Lost di "Draconian Time" ("Alone" o "Touched with Fire") e su queste basi hanno dato vita ad un concept album d'ambientazione post apocalittica.
Impegnative aspettative, che non trovano - se non in parte - riscontro nei fatti. I Claw non sono ancora in grado di fare la differenza. Sono autori sì, di un debutto più che positivo, ma questo riesce a tanti altri gruppi. Per lasciare un segno indelebile serve di più.
L'impegno è evidente e a dispetto di un songwriting e arrangiamenti ancora acerbi ("Sandstorm" o "Too Late") qualche momento discreto lo piazzano pure, come la grinta messa in mostra su "Out of the Vault", ben sospinta da un drumming penalizzato dalla resa sonora, mentre non convince del tutto la prova dietro al microfono di Niko Prensilevich che talvolta scopriamo giocare un po' a fare il novello Dave Mustaine (e ogni dubbio a riguardo viene spazzato via da "Today" e "Sandstorm"), oppure la conclusiva "The Alphapocalypse", uno strumentale incisivo e soprattutto ben organizzato.
Come già sottolineato siamo di fronte alla loro prima, ambiziosa, uscita discografica. Lecito aspettarsi decisi miglioramenti al prossimo appuntamento.
You want it all, but you can't
read it
It's in your face, but you can't
read it
What is it? It's it
What is it? ... it's the
review
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