Debut album per i milanesi
Avoral, combo dedito ad un power/epic figlio di Tolkien, ma con tanti muscoli.
Il debut album tra le nostre mani, dal titolo "
War is not Over", ci offre sette brani per circa 41 minuti di musica, e la prima idea che mi sono fatto è che i ragazzi
ci credono. Vi sembra poco? La convinzione nei propri mezzi, al giorno d'oggi, è forse quella componente in più che può trasformare un abbozzo di idea in qualcosa di convincente, un sogno in una realtà. Da qui ad aver fatto un album decente, poi, ce ne passa. Serve perizia, esperienza, servono (purtroppo) due soldini per tirare fuori una produzione decente, serve un pizzico di malizia nell'arrangiare i brani. Tutte cose che gli Avoral hanno di sicuro imparato ad imparare, ma che ancora, com'è ovvio che sia, non padroneggiano alla perfezione.E così ci troviamo di fronte a un cd che suona un pò loffio (batterie troppo indietro, voce troppo avanti, cacchio!), che predilige l'epicità a tutti i costi e che a volte ("
Ivory Gates", "
Take the Power") sacrifica un pò troppo la cura melodica per puntare tutto sull'espressività. A tutto questo, aggiungete che la voce di Frank è ancora acerba, va temperata e deve trovare la sua dimensione "comoda", e che la band a mio avviso paga lo scotto di un debut album, con tutti i limiti e i cliché ed i "prestiti" sonori che riusciate ad immaginarvi.
Un buon inizio, insomma, ma per spiccare nel genere che ormai ci identifica nel mondo metal europeo, ce ne vuole, e tanto.
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