Copertina 8

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2014
Durata:60 min.
Etichetta:Duplicate Records

Tracklist

  1. COSMIC MAUSOLEUM
  2. RITUAL HYPNOSIS
  3. DOPPELGANGERS
  4. MORBID DIMENSIONS
  5. TRIBULATION SHACKLES
  6. VESTIGES
  7. ANCIENT TONGUE
  8. MIASMAL SABBATH
  9. FUNERAL PROCESSION

Line up

  • Cato Syversrud: drums
  • Jørgen Maristuen: guitars, vocals
  • Chris Johansen: guitars, vocals
  • Jonas Helgemo: bass

Voto medio utenti

I norvegesi Execration esordiscono nel 2008 come band death metal in senso stretto, attitudine che dimostrano nel primo Syndicate of Lethargy dove inseriscono perfino parti di death metal moderno, suonato a velocità elevate con una tecnica ben presente ma, in definitiva, l'album risulta fine a se stesso. Compiono poi un grande salto col successivo Odes Of The Occult, tanto che sembrano una band totalmente differente, fautrice ora di un death metal fangoso, essenziale, grezzo, cupo, lento e doomeggiante in molte sue parti, avvolto da una patina nera, con forti echi di Incantation ed Immolation. Un disco veramente molto bello.

Questa doverosa premessa, per inquadrare il cammino degli Execration ed arrivare al nuovo Morbid Dimensions, disco ancora differente ma ben legato al suo predecessore.
Come da tradizione, i gruppi norvegesi che propongono death metal hanno un qualcosa di diverso dai vicini (e ben più famosi) svedesi, come se ci fosse un varco spazio-temporale tra le due culture, cosa che li porta a suonare in maniera differente.
L'ora di musica contenuta in Morbid Dimensions prende il suono contaminato da Immolation e Tribulation che dicevamo poco fa, e lo spinge verso territori black e post black, con tutto un corredo di dissonanze ed atmosfere inquietanti e sospese che sono una vera manna. Sicuramente i Deathspell Omega vengono in mente, così come i Gorguts, ma non si possono considerare gli Execretion solo come una "somma di influenze". La band ha una vita propria, una visione della musica che la porta ad una continua ricerca e contaminazione, cosa che produce tracce lunghe in cui inseriscono, in maniera calmierata, le loro sensazioni. Momenti psichedelici e visionari si uniscono a blast beat e atmosfere glaciali, rabbia, poi ancora dissonanze, sezioni più progressive ed altre più crude. Tecnicamente non si discutono ma stanno ben attenti a non finire nel lato oscuro (leggi sbrodolone), che con questo tipo di proposta fa a cazzotti. Forse il suono (parlo della produzione) manca un pochino di spessore per essere totalmente killer, lo trovo un po' debole, ci pensa però il songwriting ad essere solido e dare credibilità ad un lavoro veramente ben riuscito.
Una band in continua evoluzione che non smette di stupire.

Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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