Oggi ci troviamo ad affrontare un album tutto italiano, gli
Hellgeist da Cuneo ci propongono il loro primo full-lenght omonimo, scaricandoci addosso un pesante mattona thrash che ha poco da invidiare a grandi nomi della scena.
Di primo acchito l'album in questione può suonare come un qualcosa di già sentito, o in qualche modo banale, ma già dal secondo ascolto un pelo più attento si può evincere come il tutto sia costruito secondo uno schema ben definito che ora andremo a meglio analizzare per evitare fraintendimenti.
Già con la prima traccia “Last Breath” si può capire cosa ci si può trovare davanti ascoltando questo “
Hellgeist”, un riffing oltremodo terremotante regalatoci dal chitarrista ci accompagnerà per quasi tutto il disco alternato a parti più sincopate o meglio dire marcate, come ad esempio nella terza traccia
“Black bells” o addirittura a qualcosa di più “soft” come nella traccia
“Your World”. Il comparto ritmico affidato a basso e batteria è costruito in modo da sostenere ciò che è stato costruito dalla chitarra senza andare a contribuire effettivamente a un sound più elaborato, se non durante gli assoli dove basso e batteria costituiscono un sottofondo perfetto che si può guadagnare spazi ben importanti. La voce a tratti abbastanza statica rientra nei canoni del genere e si adatta perfettamente alla base strumentale senza purtroppo donare un grande tocco “personale” al tutto.
Unica “pecca” (le virgolette sono importanti) davvero importante è la produzione che risulta a volte zanzarosa e incerta risultando ben evidente sin da subito.
Nel complesso questo disco merita però un ascolto, soprattutto se a voi piace il thrash. Per ora rimaniamo in attesa di vedere cosa questo quartetto nostrano ci porterà in futuro.
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