Seconda uscita per i
Betoken, che bissano il precedente autoprodotto "Chrysalis" uscito quasi tre anni fa. Ora, "The Gate of Nothing" esce per la Steelheart Records, e ci propone un gruppo che dimostra di sapersi proporre con convinzione e passione in un genere ormai consolidato come il Power Metal, senza apparire troppo derivativo o banale e concedendosi al massimo qualche piccola (e comprensiva...) ingenuità.
I Betoken, formati nel 2000 dal chitarrista Ivo Ricci, si possono avvicinare ad una via di mezzo tra gli Stratovarius, Labyrinth ed i Symphony X, magari con un approccio un po' più heavy.
Se non ho avuto l'occasione di ascoltare "Chrysalis", ho potuto apprezzare il cantante Marco Sivo nei suoi lavori con Valas e Time Machine, ed ora la sua prestazione è nuovamente di spessore, tecnico ed interpretativo (e lo dimostra ad esempio, durante "Your Last Lies"). Al suo fianco troviamo la cantante Eva Rondinelli (voce dei Dakrua), ed anche lei mostra ottime cose (vedi "Blind-Folded Glory"). Fortunatamente i Betoken non si fanno suggestionare dal successo riscontrato dagli Evanescence e dai Nightwish, riuscendo a mantenere intatta una propria personalità anche nell'impiego delle due voci.
I brani più spediti sono ovviamente quelli che godono di maggiore immediatezza ed impatto, su tutti "9 Times 99", "Demon's Spawn" e "Subnuclear", anche se trovo piuttosto scontata "The Secret of Shenzhen".
Ma per valutare appieno il valore effettivo dei Betoken credo siano più indicate due canzoni come la titletrack, per quel suo incedere solenne e le inflessioni progressive, e "Your Last Lies", ben articolata e decisamente più cattiva.
Un altro buon punto a favore del gruppo è la lenta "Good-Bye My Dream, Good-Bye My Hell", avvincente e tutt'altro che leziosa, con in evidenza sia la voce di Sivo sia la chitarra di Ivo Ricci.
Come bonus track troviamo, in coda all'album, uno dei pezzi più belli mai composti dai Megadeth, quella "In My Darkest Hour" cui i Betoken rendono onore con una versione arricchita dalle tastiera e sopratutto dal duetto tra Marco Sivo ed Eva Rondinelli.
"In my hour of need..."
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