"The Third and the Noble" è la ristampa, a cura della Moribund Records, dell'album autoprodotto che
Wende, one man band dello stato di Washington, ha rilasciato circa tre anni fa.
L'etichetta discografica sottolinea come questo lavoro sia il miglior prodotto di
"Burzumic Black Metal" dai tempi dello stesso
Burzum per via del suo contenuto isolazionista, melanconico ed emotivo.
Al di là delle piuttosto risibili etichette, va sottolineato come, in effetti,
Wende sia legatissimo a quell'ambient black metal inventato in Norvegia nei primi anni '90 dal buon
Varg Vikernes, e che, dunque, l'album in questione sia un viaggio all'interno del classicissimo 4/4 burzumiano sul quale si poggiano brani carichi di atmosfera e di forza depressiva che è la più evidente peculiarità del lavoro.
Non è un caso, infatti, che
"The Third and the Noble" sia chiuso dalla cover di
"Móti Ragnarǫkum", qui ribatezzata
"Towards Ragnarok", brano estratto da
Dauði Baldrs, primo lavoro puramente ambient del celebre Conte, come a voler sottolineare, qualora non si fosse capito dai pezzi precedenti, come tutto l'album sia una specie di omaggio alla musica ed alla sensazioni veicolate negli album di
Burzum.
Cosa altro possiamo aggiungere?
Wende, di certo, è un interprete convincente, capace, quindi, di scrivere canzoni affascinanti nella loro inesorabile carica misantropica e ricche di tristi melodie che le rendono quasi impalpabili, ma, con altrettanta certezza, possiamo dire che l'artista americano non inventa nulla, limitandosi ad omaggiare quanto già fatto, ad altri livelli qualitativi, prima di lui.
"The Third and the Noble", nonostante questo limite evidente, resta un buon album di ambient black metal, per via delle sue composizioni che sono capaci di sprofondarti in un mondo ormai dimenticato e che, probabilmente, non tornerà mai più, ed è, quindi, un lavoro che ha il suo significato se inquadrato nella giusta prospettiva.
Una prospettiva triste e melanconica che potrebbe farvi innamorare di questo artista.