Mentre ascolto “Beyond death” penso che il duo norvegese Gouge abbia in casa un altare con la foto di Scott Carlson dei Repulsion a cui volgono l’ultimo pensiero prima di andare a dormire.
La musica dei Nostri ricalca sostanzialmente gli stili e i ritmi del seminale gruppo americano ammiccando sfacciatamente di tanto in tanto ai mai troppo rimpianti Terrorizer di “World downfall”.
Differenza sostanziale fra i due colossi sopra citati e i norvegesi, sta nella produzione che, per questi ultimi, è decisamente meno sporca e grezza senza però penalizzare il risultato finale.
“Beyond death” è un album davvero divertente da ascoltare, non pretende né di insegnare né di dimostrare qualcosa; un disco che non richiede chissà quale “cultura musicale” per esser capito, ma che arriva diretto all’ascoltatore forte di una semplicità che non deve esser scambiata assolutamente per banalità.
Difficile indicare anche uno o più brani che si elevano al di sopra della media (anche perché ogni canzone dura poco meno di 3 minuti…), se proprio devo indicare qualche titolo mi sento di citare la opener “Wretched passion”, la successiva “Blood of the reaper”, “Putrefaction” e “Morbid curse”. Resta inteso che il mio consiglio è quello di ripassare la discografia delle band che hanno contribuito a spianare la strada al death a stelle e strisce primigeno e poi passare all’ascolto di chi, come i Gouge, ha imparato (a memoria) la lezione .
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