Insolita novità di matrice grindcore in casa Metal Blade. L’etichetta statunitense ha deciso di mettere sotto contratto i
Theories, nuova e fino ad oggi sconosciuta entità proveniente dalla West Coast, che con questo “Regression” cercano di trovare il proprio posto alla luce del sole.
Fra le mani abbiamo un classico album di grind/brutal a stelle e strisce in cui non mancano i riferimenti a band molto più quotate, quali ad esempio i Misery Index o Pig Destroyer.
Ad un primo, impatto si nota che i Theories hanno un buon amalgama e una discreta attitudine anche se, ascoltando con più attenzione, non c’è nulla nei trenta minuti scarsi d’ascolto che faccia gridare ai quattro venti che abbiamo trovato il “nuovo miracolo grind”.
Pur giovandosi della produzione di un esperto quale è Derek Moree (già con visto all’opera con The Sword, Pelican, Minus The Bear) la registrazione delle linee vocali del singer Rick risultano in qualche modo coperte dal suono degli strumenti, in special modo da quello della batteria che sovrasta tutto e tutti.
“Regression” è tutto sommato piacevole, ma sembra incanalarsi nel segmento del “già sentito”: poche le variazioni, assente quel quid che ti fa ricordare ciò che hai ascoltato.
Si spera che con il prossimo lavoro possano osare di più, prendendo ciò che di buono è presente in questo lavoro e portandolo un gradino sopra.
L’alternativa è finire nel calderone insieme a tanti, tantissimi altri.
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