Credo che degli
Hesperia si possa dire tutto tranne due cose:
1) che non siano originali
2) che non siano fieramente italiani.
"Metallum Italicum – Aeneidos Metalli Apotheosis pars IV", quarto lavoro per
Hesperus, mastermind e membro unico del progetto, è, essenzialmente, un
manifesto.
Il manifesto del metal italiano, anzi del Metallum Italicum, un concetto spirituale e filosofico, oltre che meramente musicale.
L'album conclude, in modo ineccepibile, la tetralogia dedicata all'Eneide ed alla storia pre romana del nostro paese e la conclude attraverso una musica che, questa volta davvero, non ha punti di riferimento precisi o, meglio, ne ha troppi.
E qui torniamo al punto numero 1.
Gli
Hesperia, nome con il quale gli antiche Greci indicavano le nostre lande, suonano come nessuno.
Nella loro musica troverete riferimenti all'epic metal degli anni '80, attenzione, non alle saghe di plastica moderne, troverete l'amore per l'hard rock degli anni '70, troverete il prog italiano, ascolterete accelerazioni black metal, passaggi lirici con tanto di tenore, armonizzazioni care ai primi
Iron Maiden, vi perderete nel buio dei
Mercyful Fate o delle foreste, sarete fieri, si spera, di appartenere ad un paese meraviglioso e ricchissimo di cultura e tradizione come il nostro.
E, oltre a tutto questo, tanto altro ancora.
"Metallum Italicum – Aeneidos Metalli Apotheosis pars IV" è un'unica suite, è una unica macrostruttura divisa in dieci strutture più piccole (le singole canzoni) con un approccio teatrale e drammatico, maledettamente epico, fiero e intriso di storia, e di passione per essa, in lungo ed in largo, per un risultato finale che è pura e semplice Italia.
Ed qui, invece, siamo al punto 2.
Hesperus sembra ricordarci una cosa semplicissima: perchè mai dovremmo essere esterofili nella scelta degli argomenti quando siamo traboccanti di cultura? Perchè guardare ai "miti" nordici con tutta la storia che abbiamo noi?
Già, perchè?
L'album, allora, è cantato in italiano, scelta sempre coraggiosa quando si parla di rock, ed in latino.
Ha metriche vocali lontanissime da tutto quello che potrete ascoltare in giro, ti porta lontano nella storia, ti fa innamorare della cultura, della NOSTRA cultura, ti culla con melodie semplici, ti rende orgoglioso quando l'urlo del metallo diventa fragoroso, ti adula con i suoi strumenti tradizionali e la sua vena folk, anche qui attenzione, parliamo di folk italiano o pre romano, ti porta, a ben vedere, a conoscere quello che davvero ci ha circondato e che, purtroppo, tanti si sono scordati.
Questo album è, in sintesi, una presa di conoscenza di quella che è stata la grandezza di una Terra, grandezza della quale tutti dovrebbero ricordarsi.
E poi c'è la musica.
Ho già dato un accenno ai tantissimi riferimenti e vi ricordo che ascoltando il disco tanti altri ne troverete: quello che conta di più, tuttavia, è che questa è grande musica (ascoltate, per esempio, lo spettacolare riff di apertura di
"Hesperia"), suonata con gusto (gli interludi tra i vari brani ne sono testimonianza evidente), prodotta "fuori dal tempo", multiforme, elegante, oscura, e carica di ephos.
Una musica, legata a doppio filo con il concept del progetto e con la sua curatissima immagine, che ci conduce alla vittoria finale e schiude il suo abbraccio sugli ascoltatori che vengono guidati, attraverso melodie evocative, metalliche nel senso più elevato del termine, e partiture dolci ma oscure al tempo stesso, alla scoperta delle terre di Hesperia, la dove il sole tramontava ed il crepuscolo conservava i suoi segreti.
Adesso vi consiglio di procurarvi questo album e di ripassare la storia.
Complimenti sinceri ad un progetto davvero coraggioso.
-Against the italian “esterofilia” & the Decay of the Ancient Italic Glory & Spirit
-Against the homogenisation of music & art
-For the creation of the cultural & spiritual music genre: METALLVM ITALICVM
-For the Return of the Italic “IMPERIAL” scene through Metallum and Arts
-For the Return of Hesperia & the ITALIC Golden age