Alcuni album riescono a regalarti, fin dai primi secondi di ascolto, la nettissima impressione di trovarti davanti a qualcosa di speciale, di importante, che lascerà il segno prima di tutto nel tuo lettore MP3 e poi, in seconda battuta, nel mondo della musica.
Bene, "
Camera Silens" degli svizzeri
Forty Shades, esordio sulla lunga distanza peraltro, è senza dubbio uno di quegli album speciali, 45 minuti di goduria e di perdizione nel fantastico mondo del talento e della grandissima musica.
Un connubio nato nel 2007 in Svizzera sotto il nome di Nagor Mar, sviluppatosi negli anni e arrivato alla sua forma finale nel 2012, autori di un metal dalle mille sfaccettature, che con estrema fatica mi è toccato catalogare semplicemente come "prog". Ma nella musica dei Forty Shades (altroché le Fifty of Grey..) c'è molto di più e, come già abbondantemente anticipato, è chiaro fin dal principio.
C'è talento, innato e in quantità industriale. C'è classe, quella che hanno solo i grandi del settore e che non tutti si possono permettere, neanche in un'intera carriera. C'è qualità tecnica e una coesione d'intenti davvero rara per una band con soli 3 anni di vita e al primo album. E soprattutto c'è un vocalist,
Tosse Basler, che definire grandioso sarebbe un eufemismo, padrone di una voce splendida e estremamente colorata, capace di spaziare da uno stile power a un growl incisivo e credibilissimo.
Quel che possiamo trovare in "Camera Silens" invece è un connubio di chitarre a volte incazzate e a volte dannatamente melodiche, sempre ben accompagnate da tastiere atmosferiche e da un comparto ritmico allucinante per precisione e intensità. E' un prog pompato e pomposo, che più di una volta mi ha ricordato quello dei conterranei Kingcrow, dei quali ho già (molto) ben parlato in passato, seppur in versione più cattiva.
A volte poi ci si imbatte in atmosfere al limite del gotico, con echi di Paradise Lost e Evergrey a farsi strada in maniera pressante nella mente dell'ascoltatore, in particolare nella meravigliosa tripletta centrale "
Last Escape"-"Black Winged Sun"-"Black Nightshade".
C'è un'intensità nella musica dei Forty Shades capace di far rabbrividire chiunque, un qualcosa di assolutamente unico e imperdibile. Non ci sono cali di tensione all'interno dei 45 minuti che compongono il disco, nessun filler, nessuna ballada strappalacrime.
L'unico lato negativo, se di lato così negativo si può parlare, è un eccessivo "troncamento" delle canzoni sul finale, che troppo spesso risultano quasi mozzate, a causa di un'inutile quanto inspiegabile fretta nel chiudere. Un fading più controllato sarebbe stato a mio modo di vedere molto più naturale, ma parliamo davvero di pagliuzze.
"
Camera Silens" è senza dubbio un debutto coi fiocchi, un serissimo candidato a entrare nella mia personale Top10 di fine anno e il manifesto di una band, i
Forty Shades, in nettissimo vantaggio per il premio "Rivelazione dell'anno". Date una chance a questi ragazzi d'Oltralpe perchè se la meritano come pochi. Chapeau.
Quoth the Raven, Nevermore..
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